La pessima reazione dei mercati alla crisi di governo: Piazza Affari paga il conto, vola lo spread
Era prevedibile ma non in queste proporzioni e con questa velocità. La pessima reazione dei mercati al delinearsi della crisi di governo aperta di fatto dal M5S si concretizza in un calo brusco di Piazza Affari, -3,44% e maglia nera in Europa; e in una fiammata dello spread, che chiude a 223 punti dopo essere salito fino a 228 punti. Per capire quanto le notizie che hanno scandito la giornata abbiano condizionato gli umori delle sale operative, è utile ricostruirne le tappe principali. L’Adnkronos ricostruisce il timing. A partire dal momento più difficile. Quando il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è salito al Quirinale per parlare con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il Ftse Mib è sceso ai minimi di giornata: in calo di 4 punti percentuali. Intanto, lo spread tra Btp e Bund decennale, arrivato a un massimo di 228 punti, è sceso durante il colloquio. Come se la scommessa sulla tenuta in extremis del governo fosse ancora in piedi, sull’asse tra Quirinale e Palazzo Chigi.
La crisi di governo affossa i mercati
Tutto questo accade nel giorno in cui la Commissione Ue ha abbassato le stime per la zona euro, indicando l’Italia quale fanalino di coda: crescerà appena dello 0,9% nel 2023, rispetto all’1,9% previsto in maggio, con il dato peggiore tra i paesi membri dell’area. Gli sviluppi di una crisi tutta politica si intrecciano con le previsioni economiche, in continuo peggioramento a causa del protrarsi della guerra e soprattutto dell’ipotesi sempre più concreta che Putin possa definitivamente chiudere i rubinetti del gas, e con le ripercussioni finanziarie.
La crisi ci espone alla speculazione
In un Paese con il debito e con i precedenti dell’Italia pesano sempre i ricordi legati alla crisi del 2011. L’Italia finisce rapidamente nel mirino della speculazione ogni volta che l’incertezza prende il sopravvento sulla capacità di garantire stabilità. L’ipotesi che Mario Draghi possa non essere più premier va oltre un qualsiasi avvicendamento a Palazzo Chigi. L’ex presidente della Bce è considerato una garanzia dai mercati internazionali, anche per sua comprovata capacità di far valere il peso dell’Italia sui tavoli internazionali. Il timore che immediatamente si diffonde, anche oltre le oggettive difficoltà che si possono prospettare, è che un equilibrio precario possa facilmente rompersi. Saranno gli sviluppi delle prossime ore a indirizzare il comportamento dei mercati. L’apertura formale della crisi potrebbe innescare una reazione a catena e ‘bruciare’ milioni in capitalizzazione, con una contestuale corsa dello spread. D’altra parte, un chiarimento del quadro, se si aprisse uno scenario di minore incertezza, potrebbe raffreddare la tensione.