Lavrov: negoziati inutili se l’Occidente spinge Kiev a combattere. Il grano bloccato è l’1% di quello mondiale

8 Lug 2022 11:07 - di Roberto Frulli

Se i Paesi occidentali sperano di aiutare l’Ucraina ad ottenere la vittoria contro la Russia sul campo di battaglia, allora i negoziati sono probabilmente inutili, ha avvertito il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov oggi, poco prima di lasciare in anticipo la ministeriale del G20 a Bali, in Indonesia.

Lavrov ha anche adombrato il sospetto che alla base della questione del grano bloccato “artificialmente” vi sia, in realtà, una specie di gioco di mercato giacché quelle forniture non rappresentano altro che l’1 per cento della produzione mondiale. E, quindi, non possono certo costituire un rischio sulla sicurezza alimentare del pianeta.

Se l’Ue e gli Usa vogliono aiutare l’Ucraina a vincere sul terreno, “allora probabilmente non abbiamo nulla di cui discutere con l’Occidente“, ha detto Lavrov nelle sue dichiarazioni di chiusura al summit in corso nell’isola indonesiana.

Gli allineamenti e le relazioni internazionali sono al centro del summit, dato che molti ministri degli Esteri hanno rifiutato di tenere bilaterali con Lavrov, per protestare contro l’invasione russa dell’Ucraina, che continua.

Dal suo punto di vista la Russia sostiene di aver attaccato per salvare la popolazione di etnia russa dagli attacchi dell’Ucraina e anche per “denazificare” il suo vicino, entrambe affermazioni che non sono condivise dall’Occidente.

Lavrov ha accusato le potenze occidentali di spingere l’Ucraina ad “usare le loro armi” e ha criticato i Paesi occidentali per il fatto che dipingono la Russia come un “aggressore” o un “occupante” nel conflito, senza valutare i fatti sul terreno.

Ha anche criticato le sanzioni occidentali che sono state decise contro la Russia dopo l’inizio dell‘invasione, in febbraio.

Lavrov ha spiegato anche di essere andato  al G20 di Bali per vedere “come la pensa” l’Occidente.

Quanto alla questione del grano, Lavrov ha invitato i paesi occidentali a smettere di “bloccare artificialmente le consegne russe ai Paesi che hanno acquistato il nostro grano“.

“Le statistiche mostrano molto chiaramente che il grano, che è bloccato nei porti in Ucraina, è meno dell’1% della produzione mondiale, quindi non ha un impatto reale sulla sicurezza alimentare“, assicura Lavrov.

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