Letta fa l’equilibrista tra Conte e Draghi in cerca di un compromesso che tenga insieme i cocci del governo
Letta equilibrista sul filo del governo, traballa alla ricerca di un salvataggio al quadrato: quello degli equilibri dell’esecutivo e quello dei rapporti con gli alleati grillini che minacciano l’uscita dall’esecutivo. Non c’è l’accordo sul decreto Aiuti, Conte vuole la modifica del Superbonus. E oggi c’è l’incontro con Draghi che intanto apre alle richieste del Movimento e il segretario del Pd concentra tutte le sue energie – sarebbe meglio dire tutte le sue speranze – sul summit tra premier ed ex premier. Così, ospite della De Gregorio e di Parenzo – concilianti come non mai con l’ospite di turno – dallo studio di In onda su La 7, sul terreno minato che sta attraversando, Letta si limita a dichiarare: «Spero e penso che ci sarà un passo avanti nel chiarimento tra il presidente Draghi e Conte».
Letta: «Serve esecutivo solido per affrontare crisi sociale»
Un percorso impervio, quello su cui si ritrova inerpicato il numero uno del Nazareno, un percorso che lo vede sospeso funambolicamente a mezz’aria tra “il vorrei, ma non posso”, nel tentativo di trattenere l’alleato grillino recalcitrante. Mentre il Paese annaspa nelle criticità con un esecutivo – di cui il Pd è al momento il maggiore azionista – perennemente in cerca di un “centro di gravità permanente”. Con la Lega a un passo dallo strappo, e la galassia pentastellata depauperata e in panne dopo la scissione di Di Maio.
Letta, funambolo sospeso a mezz’aria tra criticità nazionali e crisi a 5 stelle
Tanto che, lo stesso Letta ospite in tv, da La7 ieri sera ha ribadito: «Io penso che il nostro Paese abbia bisogno di stabilità, di un governo in grado di affrontare la sfida dell’inflazione, del costo dell’energia. C’è la necessità di interventi per calmierare i costi dell’energia, dell’inflazione che è la più alta da 35 anni e per arrivare in autunno a un intervento significativo per aumentare i salari grazie alla riduzione del cuneo fiscale, delle tasse sul lavoro. Per questo complesso di interventi sulla sofferenza sociale che sta vivendo il nostro Paese, serve un governo forte e solido».
Pd in soccorso di Conte in balia dei big pentastellati in pressing sull’uscita dal governo
Dichiarazioni ottimistiche e frasi concilianti che poco si addicono anche solo alla giornata di ieri, a dir poco caotica e convulsa. Una giornata che ha visto i Palazzi circondati dai tassisti in sciopero, con i più agguerriti che hanno addirittura tentato lo sfondamento in Piazza Colonna, alle pendici di Palazzo Chigi. Target sensibile che i manifestanti, subito respinti dalle forze dell’ordine, hanno tentato di presidiare. Mentre il padrone di casa era in trasferta ad Ankara da Erdogan, e il suo predecessore alle prese con i big pentastellati in pressing, e in particolare con l’aut aut di Paola Taverna: «Se c’è la fiducia, se non ci fanno modificare il Superbonus, dobbiamo andarcene»…
Il Pd alle prese col tentativo di trattenere l’alleato grillino recalcitrante
Insomma, tempi duri per Letta. Intorno alla sua figura ruota il tentativo del Pd che punta a salvare il governo e a convincere Conte a non disertare e disarcionare gli alleati. Al suo fianco, il capo corrente dell’Area dem Dario Franceschini, e Francesco Boccia, «tra i più convinti – scrive oggi il Corriere della sera – che sia necessario andare avanti sulla strada dell’alleanza elettorale con i Cinque Stelle. Non è un mistero per nessuno che l’incontro di Cortona, tra Letta, Franceschini e Conte sia andato male. Di lì l’ultimatum del capo corrente all’avvocato – prosegue emblematicamente il quotidiano di via Solferino –: chi non è con noi stavolta, non sarà con noi domani».
Letta spinge su Draghi per un giusto equilibrio «tra fermezza e concessioni»
Di lì, però, anche la preoccupazione crescente del segretario dem, che continua a districarsi da una sponda all’altra della strada della diplomazia. E che si dà da fare anche con Mario Draghi, perché usi un giusto equilibrio «tra fermezza e concessioni». In attesa dell’incontro odierno tra il leader grillino e il premier Draghi, allora, la situazione resta aggiornata alla insidiosa domanda dalle cento pistole che i conduttori di In Onda rivolgono a Letta: «Giuseppe Conte può uscire dal Governo per guidare una forza a sinistra del Pd?». Risposta: «Non lo so se questa è una suggestione vera». Giudizio sospeso, e segretario del Pd appeso, a sua volta, all’incertezza. Ai posteri dem l’ardua sentenza…