«Letta ha un problema»: Sala scaglia l’offensiva al Pd. E sulla cannabis li umilia: «Non è una priorità»
Agli Stati generali sulla cannabis, promossi da un consigliere dem, non andrà perché «le priorità sono altre»; i soldi che il governo ha stanziato per la siccità in Lombardia sono «proprio pochi»; sulle coppie omogenitoriali non sono i sindaci che sbagliano, ma il Parlamento che non fa una legge. E, soprattutto, sul campo largo «Enrico Letta ha un bel problema»: è un Giuseppe Sala scatenato quello che oggi, a un evento in Stazione centrale a Milano, ha lanciato bordate un po’ su tutto ciò che sta a cuore al Pd, tanto da far pensare che anche lui voglia contribuire ai problemi del segretario dem.
Sala: «Gli Stati generali sulla cannabis? Le priorità sono altre»
Certo, si tratta di questioni puntuali, segnali su specifici argomenti che spesso prendono le mosse da questioni locali. Però, messi in fila e tutti insieme, fanno l’effetto di un neon sparato sulla scena nazionale. In questo senso è particolarmente emblematica la motivazione con cui Sala ha spiegato che non parteciperà agli Stati generali della cannabis, organizzati dal consigliere dem di Milano Daniele Nahum e che si svolgeranno venerdì e sabato 8 e 9 luglio. «Nahum mi ha avvisato, ma non potrò andarci. Come sapete – ha detto Sala ai cronisti – mi sono già espresso parecchie volte a favore della liberalizzazione», ma «non so se in questo momento questa è la priorità e quindi, in questo momento, la mia agenda personale prevede di stare concentrato su una serie di altre cose».
La bordata sulle coppie omogenitoriali
Sul tema dei diritti cari alla sinistra, poi, Sala ha rilanciato sul tema del riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali, che lui a Milano ha riattivato qualche giorno fa, dandone annuncio dal palco del Pride. «Siamo sempre lì: sbagliamo noi sindaci?», ha chiesto il primo cittadino di Milano, prendendosela poi con il Parlamento. «Che facciano una legge. Se non fanno una legge noi sindaci andiamo avanti in ordine sparso», ha avvertito e, per quanto non abbia citato alcuna forza in particolare, è evidente che non poteva che rivolgersi alla sinistra e al Pd in particolare.
Per la siccità il governo ha stanziato «proprio poco»
E, ancora, tema siccità, rispetto al quale il governo ha stanziato 9 milioni per la Lombardia, insieme al riconoscimento dello stato d’emergenza. «Capisco tutti i problemi del governo, ma di fronte a un problema del genere, l’osservazione che mi sono fatto vedendo questa misura è: apprezzo lo sforzo, ma è proprio poco. Non dovrebbe essere questo un argomento divisivo, dovrebbe essere un argomento su cui la politica si schiera insieme e dice bisogna fare», ha sottolineato Sala, in un ragionamento che di fatto presenta esecutivo e maggioranza come inadeguati, deboli e incapaci di unirsi anche di fronte alle emergenze.
La frecciata al M5S: «Vorrei sapere su cosa non si sente ascoltato»
In questo contesto, il primo cittadino non ha mancato di rivolgere una parola buona anche al M5S, partendo dal reddito di cittadinanza. «Sono curioso di capire quali sono i punti fermi su cui il M5S si sente non ascoltato», ha detto Sala sulle fibrillazioni rispetto al governo e aggiungendo che il reddito di cittadinanza «è stata una buona intuizione nella misura in cui andava incontro alle esigenze della gente, ma ha mostrato le sue fragilità. In particolare non si può, e questo mi aspetterei dal M5S, non riconoscere che sui navigator c’è stato un errore e quindi bisogna cambiare».
Il campo largo? Per Sala «Enrico Letta ha un bel problema»
Su abbia portato Sala sulle barricate si possono fare varie ipotesi, a partire dalla questione del partito di Draghi. Certo è comunque che il sindaco di Milano sembra intenzionato ad aggiungere grattacapi ai grattacapi del Pd. «In questo momento – ha detto Sala – Enrico Letta ha un bel problema perché obiettivamente la sua legittima richiesta di lavorare a un campo largo ha avuto come risposta solo “io si, ma solo se non c’è quello”». «Quindi oggi bisogna prenderne atto», ha proseguito il sindaco di Milano, aggiungendo che «io che il campo largo di fatto non esiste lo dico da tanto tempo, cioè è evidente. Nel largo da una parte e dall’altra non c’è mai stato nessuno che ha detto “va bene ci sediamo poi decideremo dopo le votazioni”».