Meloni: “Sinistra in fuga pur di evitare il voto, ma alla fine dovrà fare i conti con gli italiani”
«Appelli, ripensamenti, suppliche e giravolte: per paura di esser sconfitta, la sinistra è disposta a tutto pur di scongiurare il ritorno al voto. Possono fuggire quanto vogliono, arriverà presto il giorno in cui dovranno fare i conti col giudizio degli italiani»: così Giorgia Meloni su Twitter rinnovando la richiesta di andare al voto.
Meloni chiede di andare al voto ora: il costituzionalista spiega che si può fare
Ma quando si potrebbe andare tecnicamente al voto? Interpellato dall’Adnkronos. il costituzionalista Alfonso Celotto, ha ragionato sull’ipotesi di andare al voto (senza troppe difficoltà) il 2 ottobre.
«Se si sciolgono le Camere – ha ricordato il professor Celotto – ci sono una serie di termini da tenere presente. Articolo 61 della Costituzione, il voto si deve tenere entro 70 giorni, minimo 45, dallo scioglimento, quindi ipotizziamo più o meno dal 25 luglio. A ciò va aggiunto che per formare le liste elettorali all’estero servono fra 60 e 70 giorni. Quindi arriviamo fra il 25 settembre e i primi di ottobre. Consideriamo anche che le liste vanno presentate 35 giorni prima, quindi votare il 25 settembre significherebbe presentare le liste praticamente a Ferragosto, e non è una cosa comoda per nessuno. Dunque, se dovessi puntare sulla data del voto, punterei sul 2 ottobre. Detto ciò, penso però che si faccia il governo Draghi 2, perché credo stia per arrivare la scissione nel M5S mentre cercano di convincere Draghi, e anche leggendo fra le righe del comunicato Salvini-Berlusconi. Ovviamente fra un’ora le cose potrebbero essere già cambiate, ma il mio euro lo punto sul governo Draghi 2».
Con il voto il 2 ottobre non si rischia l’esercizio provvisorio di bilancio
«Se anche si dovesse andare al voto il 2 ottobre – osserva Celotto dando indirettamente ragione alla Meloni – non si rischia assolutamente l’esercizio provvisorio di bilancio, perché la Finanziaria la farebbe prima Draghi, come la fece Tremonti, la Finanziaria estiva. Poi, certo, può capitare qualunque cosa, ma se io fossi quello che deve decidere, deciderei di farla prima, una Finanziaria tecnica pulita pulita per mettere in sicurezza il Paese. Il voto il 2 ottobre, dunque, non comporta rischi”. Detto ciò, chiosa il costituzionalista, “noi abbiamo tre soluzioni: un altro governo Draghi, il governo balneare e le elezioni. Bene, a mio avviso l’unica cosa da escludere è il governo balneare, il ‘governicchio’, alla Fanfani del 1987, perché il Paese non ne ha bisogno. Non siamo più, dunque, all’1, X, 2 ma all’1, 2 secca. Non possiamo dare un segnale di instabilità facendo un governo così fragile, dunque le soluzioni più pulite sono o il governo Draghi 2, con un patto a sei mesi di legislatura, oppure a quel punto il voto il 2 ottobre, che è più dignitoso».