Milano, arrestato il trapper Simba la Rue ed altre otto persone per le violenze fra gang. Ma per Sala va tutto bene
Scatta l’arresto per nove giovani, fra cui una ragazza ventenne e Mohamed Lamine Saida, detto Simba la Rue, il famoso trapper accusato, tra l’altro, di sequestro di persona e lesioni su Mohamed Amine Amagour, il rapper Baby Touché, che il 9 giugno fu picchiato e sequestrato per 2 ore dentro un’auto e ripreso con video postati in tempo reale sui social.
Gli arresti, eseguiti fra Bergamo, Como e Lecco con accuse, a vario titolo, di sequestro di persona, rapina e lesioni aggravate, sono il risultato dell’indagine dei carabinieri di Milano Duomo che, da mesi, cercavano di ricostruire il contesto delle contrapposizioni fra le gang di trapper sfociate in ripetute violenze reciproche.
Le due gang, che fanno riferimento ai trapper Simba La Rue e Baby Touché, sono, secondo quanto scrivono i magistrati, “governate da regole di fedeltà reciproca e di omertà” e si sono rese “protagoniste di reiterati episodi di violenza” seguiti “all’aspra conflittualità determinata dalle rivalità nella diffusione delle rispettive produzioni musicali”.
L’ordinanza firmata dal gip riguarda nove presunti componenti, tra cui una ragazza di 20 anni, della banda di Simba La Rue, anche lui ventenne e nato in Tunisia.
A Simba La Rue e ad altri cinque i magistrati contestano una rapina a due giovani del gruppo di Baby Touché, che sarebbero stati pestati e anche accoltellati il primo marzo scorso per rubare loro un portafoglio e un cellulare.
Un episodio che, secondo le indagini, avrebbe rappresentato la risposta ad un’altra aggressione subita da un ragazzo del gruppo di Simba.
Sempre Simba La Rue insieme ad altri tre giovani, tra cui il suo manager 24enne, avrebbe sequestrato il trapper padovano Baby Touché: una volta accerchiato in via Boifava a Milano, l’avrebbero preso a calci e pugni per poi caricarlo su un’auto all’interno della quale sarebbe stato trattenuto per due ore, mentre sul suo account Instagram, ma anche su quello dei suoi aggressori, venivano pubblicati i video di quanto stava succedendo, con tanto di viso sanguinante e tumefatto del giovane, insulti e parole di dileggio.
Baby Touché era stato poi liberato a Calolziocorte, nel Lecchese.