Pd, è caccia al seggio sicuro: Zingaretti punta alle due poltrone, Franceschini a un tandem con la moglie
La campagna elettorale più corta della storia repubblicana registra un fermento senza precedenti. La caccia al posto in lista, possibilmente un seggio sicuro, è già partita. Esattamente tra un mese, il 22 agosto, i partiti dovranno presentare le liste. Una fibrillazione doppia, dato che nel prossimo Parlamento siederanno “soltanto” 400 deputati e 200 senatori (contro i 630 e 316 delle legislature precedenti).
Per Zingaretti dal 25 settembre doppia poltrona garantita
Nello specifico, nel Pd è già scattata la caccia grossa al seggio. In particolare nel Lazio, in palio ci sono 36 posti alla Camera e 18 al Senato, 54 sui 600 da distribuire in tutta Italia. Nel Partito democratico l’unico al sicuro dovrebbe essere Nicola Zingaretti. La candidatura del governatore del Lazio viene data per scontata. In ogni caso «in Regione Lazio- assicurano le fonti vicine all’ex segretario dem – la maggioranza c’è e andrà avanti, non c’è una crisi politica». Inoltre viene escluso un possibile election day con le politiche perché «una eventuale e possibile candidatura di Nicola Zingaretti in Parlamento non è incompatibile con la sua permanenza. Quindi, la legge gli consente comunque di ricoprire la carica di governatore». Si preannuncia però una campagna elettorale frenetica e infuocata con Zingaretti che dovrebbe ricoprire contemporaneamente il ruolo di governatore e di candidato al Parlamento. Di certo, per Zingaretti, comunque andrà, il 25 settembre sarà un successo, con seggio in Parlamento e carica di governatore blindatissimi.
Pd del Lazio: chi può dormire sonni tranquilli e chi il seggio sicuro se lo scorda
Dietro al presidente del Lazio, come riporta Repubblica, bisogna appagare gli appetiti dei capi corrente. Per Area-Dem punterà di nuovo al Senato il segretario uscente del Pd laziale, Bruno Astorre. E viene dato come quotatissima la consigliera regionale del Lazio, moglie del ministro Franceschini, Michela Di Biase alla Camera. «Ma c’è già Dario Franceschini, moglie e marito non suonerebbe bene, no?», osserva con malcelato fastidio qualche esponente dem. La corsa in tandem del ministro della Cultura e della sua compagna sembra agli occhi dei duri e puri del partito, un po’ eccessiva. Nella quota riservata al segretario Enrico Letta, alla Camera dovrebbe tornare invece Cecilia D’Elia, reduce dalla molto più agevole vittoria alle Suppletive del centro storico. Dovrebbe tentare il bis anche Andrea Casu, guida dei dem romani a sua volta di recente premiato alle Suppletive di Primavalle. Per Base Riformista, invece, conferma per Patrizia Prestipino.
Mentre il sindaco Roberto Gualtieri di sicuro si spenderà per Claudio Mancini. Nel Partito democratico scalpitano anche i soliti noti Roberto Morassut, Marianna Madia e Matteo Orfini e Monica Cirinnà. Quest’ultima è uscita da una legislatura dove ha fatto più scalpore per la cuccia del suo cane e per il rapporto con la colf che per le iniziative politiche. Se la sentirà Letta di ricandidarla? Non è insomma scontato che tutti i big riescano a guadagnare il posto in lista. La caccia al seggio sicuro è appena iniziata.
(Nelle foto ANSA, Di Biase, Franceschini, Cirinnà, Zingaretti)