Puglia, case in affitto solo a extracomunitari: “l’ideona” dell’ultimo sacerdote pro-migranti

18 Lug 2022 16:02 - di Martino Della Costa
migranti Puglia

Accoglienza in Puglia si legge al contrario: case solo ai migranti. Il progetto ad escludendum “al contrario”, porta la firma di don Geremia Acri, sacerdote della diocesi di Andria e responsabile della Casa di Accoglienza Santa Maria Goretti, che è riuscito a fare affittare appartamenti di privati a centinaia di extracomunitari. Una “rivoluzione”, scrive tra gli altri in queste ore il sito del Tgcom24, intitolata “Dall’esclusione all’inclusione” e basata fondamentalmente su tre princìpi cardine: l‘ordine, l’accompagnamento e la manutenzione.

Accoglienza dei migranti in Puglia: la “rivoluzione” di don Geremia

Insomma, il rilancio di una sorta di quello che potremmo definire il modello “Alto Adige”, silenziosamente in corso da diversi anni. E che corrisponde proprio alla necessità di assorbire e integrare le “modeste quote di migranti”(in questo caso), redistribuite sul territorio di confine del Belpaese. Dove gli extracomunitari arrivati nella regione autonoma patria del bilinguismo, imparano le lingue. Possono fare conto su un appartamento che i vari comuni mettono loro a disposizione. Soprattutto, infine, su un lavoro da cui ripartire.

Un'”accoglienza al contrario”, sulla scia del modello “Alto Adige”

Da quel poco che si apprende in merito all’iniziativa di don Geremia, allora, dalle Alpi al tacco d’Italia della costa mediterranea, il criterio sembra essere lo stesso. Perché invertendo l’ordine dei fattori, il prodotto non cambia. Ma il risultato parte sempre da una sottrazione: che poi è esattamente l’elemento che sottolinea, rivolgendolo in positivo, Yvan Sagnet, presidente dell’Associazione No Cap e partner del progetto, che dà notizia su Facebook del successo di questa iniziativa.

«È un qualcosa di inedito e utopistico in Italia»: il commento del partner del progetto Yvan Sagnet

Ossia, della sottrazione “inclusiva”, cardine del progetto che la prevede come presupposto principe appunto. Una sottrazione che parte da un fondamento ideologico sottolineato dagli stessi fautori e sostenitori del progetto: «I cittadini andriesi proprietari di case lo chiamano (don Geremia ndr) per affittare ai migranti invece che agli italiani. È un qualcosa di inedito e utopistico in Italia, dove di solito prevale il razzismo», aggiunge Yvan Sagnet. Fornendo poi le informazioni utili sulla procedura in vigore. E corredando la notizia con un commento che racchiude in chiave buonista e politicamente corretta il tutto.

L’accoglienza secondo il don pro-migranti: il progetto in pillole

E allora eccolo il progetto applaudito in Puglia e creato dall’ultimo religioso pro-migranti. Ce lo spiega, a chiare lettere, il sito della Fondazione Migrantes. «Numerosi senza fissa dimora, che fino a qualche giorno fa alloggiavano in alcuni ghetti dei nostri territori, in baracche di fortuna, riposando su giacigli improvvisati e zeppi di acari, con servizi igienico-sanitari al limite della decenza umana. Ebbene a loro è stato proposto un luogo di accoglienza sicuro, un lavoro onesto e un trasporto, da e per il lavoro, onesto».

Accoglienza migranti in Puglia: l’idea di base e il target di riferimento di don Geremia

Un progetto, quello strutturato don Geremia in Puglia, che parte dal presupposto dell’emergenza abitativa, ma declinato in prima istanza agli immigrati. Un prototipo organizzativo nato per «dare risposte concrete» ai problemi dei «migranti stagionali sul territorio». Quelli che «arrivano per la raccolta frutti», si legge sul sito della Fondazione Migrantes e riferisce il Tgcom24.

Accoglienza migranti in Puglia, una rete che prescinde dall’interlocuzione delle istituzioni

L’idea, definita entusiasticamente in queste ore come “rivoluzionaria”, nasce infatti «proprio in seno all’Ufficio Migrantes della Diocesi di Andria, del quale don Acri è responsabile, in collaborazione con la Rete No Cap, l’Azienda Agricola Cantatore di Ruvo di Puglia e la Comunità Migrantesliberi. «Una rete – dichiara don Geremia Acri al sito della Fondazione – che si è costituita in piena autonomia, senza l’interlocuzione delle istituzioni, con l’obiettivo di salvaguardare la dignità della persona».

Un principio che non dovrebbe avere connotazioni, colori ed esclusioni di sorta

Un’idea che si articola in un progetto che si sviluppa soprattutto su un ragionamento: «Ognuno ha diritto a una casa, a condizioni di vita dignitose e alla possibilità di realizzare le proprie aspirazioni». Un principio che non dovrebbe avere connotazioni, colori ed esclusioni di sorta. E che dovrebbe prevedere implicazioni ecumeniche su vasta scala, e progettualità ad ampio raggio.

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