Scintille in tv tra Pregliasco e Cruciani: il concerto dei Maneskin non s’ha da fare. O sì? (video)
Il dibattito sulla recrudescenza dei contagi da Covid rientra in Parlamento dalla finestra, con l’annuncio della positività del presidente della Camera Roberto Fico e torna a dilagare nei talk televisivi, dove persino gli echi di guerra rischiano di venire soffocati dai nuovi allarmi epidemiologici. Con gli esperti di settore divisi nel rilanciare – o sminuire – l’allarme, e una comunicazione da parte della politica e della scienza, sempre più confusionaria e destabilizzante.
Covid, battibecco in tv tra Pregliasco e Cruciani
Così, mentre crescono i contagi dovuti a Omicron 5, e parallelamente aumenta la paura della gente, i media rilanciano quello che è diventato ormai un caso: la richiesta dei medici di base di Roma e di un gruppo di virologi di rinviare il concerto dei Maneskin, all’aperto al Circo Massimo, per il rischio-contagio. Il dibattito arriva dritto nello studio di Zona Bianca su Rete 4, dove immancabilmente esplode la polemica. E scoppia la rissa tra il giornalista Giuseppe Cruciani e il virologo Fabrizio Pregliasco. Il primo, notoriamente “aperturista”; il secondo altrettanto manifestamente rigorista, oltre che tra quelli che hanno chiesto il rinvio dell’evento rock.
A #zonabianca il confronto tra @giucruciani e il virologo @preglias sull’allarme dei medici per il concerto dei @thisismaneskin al Circo Massimo. pic.twitter.com/lL01fDwpTn
— Zona Bianca (@zona_bianca) July 7, 2022
I duellanti tv si scontrano sul concerto dei Maneskin
Cruciani marca a uomo e parte all’attacco di Pregliasco: «Volevi fermare il concerto dei Maneskin in questi giorni. Volevi fermare e rinviare il concerto dei Maneskin». Il virologo prova a giocare in difesa, e tra il disorientato e lo stizzito, prova a smarcarsi dalle accuse: «È una polemica inutile, una polemica inutile». Il conduttore de La Zanzara, però, non ha nessuna intenzione di mollare la presa e insiste: «Hai detto che era meglio rinviarlo». La polemica ruota intorno a tempi verbali e consecutio della grammatica italiana: «Io dico che sarebbe stato meglio…», incalza l’esperto milanese.
Tra Pregliasco e Cruciani un corpo a corpo senza tregua…
Cruciani, però, non ha nessuna intenzione di concedere una tregua al suo interlocutore di turno: «Ma c’è un concerto degli Iron Maiden a Bologna, con 60mila persone». «Ma lo facciano, lo facciano… Siamo arrivati a una normalità, però è un rischio», ribatte sul pezzo Pregliasco, sempre più in affanno. A questo punto Cruciani parte per la tangente: «Ma rischio di cosa? Ci avete fatto una testa così che all’aperto si poteva fare. Non è stato mai provato che i concerti portino le infezioni, non c’è nessuna prova». Rifugiatosi in calcio d’angolo, il virologo tenta di resistere all’assalto mediatico: «È un fatto generalizzato…». E lo scontro prosegue. Ma a quel punto in molti avranno già cambiato canale…
Il virus rialza la testa: gli esperti tornano a confrontarsi e a scontrarsi. Non solo in tv
Solo poco prima, da altri pulpiti e su altri fronti, il direttore generale dell’Inmi Spallanzani, Francesco Vaia, a margine del del convegno La sanità della polizia di Stato 3.0, organizzato in occasione dei 60 anni del servizio sanitario della Polizia, ribadiva la necessità del «vaccino per tutti in autunno, ma aggiornato alle varianti». Mentre un ormai disarmato Alberto Zangrillo, prorettore dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e direttore del Dipartimento di anestesia e terapia intensiva dell’Irccs-Ospedale San Raffaele, su Twitter dichiarava tra l’indignato e il rassegnato: «Accade che lavativi seriali, positivi al test Covid-19, non lavorino per settimane, sebbene asintomatici. Così si distrugge il Paese»…