Sindaci e sinistra insultano la Meloni: “Ignorante istituzionale”. Ma i veri analfabeti sono loro
La sinistra ha trovato il giochetto domenicale: insultare Giorgia Meloni sbraitando e senza entrare nel merito della questione posta dalla leader di Fratelli d’Italia. Le hanno dato dell'”analfabeta istituzionale”, accusandola di inadeguatezza e ignoranza, ma si tratta di accuse tutte da rispedire al mittente. Il pomo della discordia è la lettera firmata da sindaci e amministratori per supplicare il premier Draghi di proseguire nel suo governo. Si tratta della grammatica elementare, si tratta di una forzatura di cui è ancora possibile chiedere conto. “Mi chiedo- ha dichiarato la Meloni – se sia corretto che questi sindaci e governatori che rappresentano tutti i cittadini che amministrano, anche quelli che la pensano diversamente, usino le Istituzioni così, senza pudore; come se fossero sezioni di partito”.
Delmastro: “Quella canea ululente della sinistra”
A un ragionamento politico, a una domanda, segue un diluvio di insulti. Ma vi pare normale? “Giorgia Meloni, rea di richiamare i Sindaci alla necessità di rappresentare tutti i loro cittadini, anche coloro che vogliono le elezioni, è stata aggredita dalla canea ululante della sinistra dell’ex campo largo, ora camposanto: e apostrofata con l’epiteto ‘analfabeta istituzionale'”. Si arrabbia di brutto Andrea Delmastro. La questione posta non è secondaria. E’ se non altro irrituale e inelegante che chi occupa un ruolo istituzionale si metta a fare il tifo contro una parte di opinione pubblica che pure dovrebbe rappresentare nel ruolo di cui è investito. “Fra questi galantuomini – sottolinea Delmastro- si segnala anche l’Onorevole Osvaldo Napoli, ex tutto: cintura nera di trasformismo, che per servire meglio il nuovo sinistro padrone ironizza sul volto estremista di Giorgia Meloni”.
Caso Meloni, FdI: “E’ Marcucci il vero analfabeta”
Nasce un dibattito surreale da una domanda squisitamente di opportunità politica posta dalla leader di FdI. Nella canea sguaiata che inveisce si illustra il senatore del Pd Andrea Marcucci. E’ lui il più infelice nell’appellare Giorgia Meloni con l’espressione “analfabeta istituzionale”. “Intanto le ricordo che hanno firmato anche sindaci del suo schieramento, come, tra gli altri, i primi cittadini di Venezia, di Lucca, di Asti. Poi soprattutto la leader di Fdi non si dimentichi – aggiunge Marcucci – che le elezioni mettono a rischio il Pnrr, che è fondamentale per i Comuni e i territori. I sindaci che hanno firmato appello affinché Draghi resti in carico fanno solo gli interessi delle città”. E certo, è il ragionamento di chi è aduso a considerare le istituzioni casa propria. Infatti è surreale il ragionamento che segue del presidente della Commissione Esteri della Camera del Partito democratico Piero Fassino.
Insultano ma nessuno entra nel merito del tema posto dalla Meloni
“Curioso modo di ragionare di Meloni. Se chiede elezioni è ‘per difendere la democrazia’. Se oltre 1000 Sindaci, molti di centrodestra, chiedono a Draghi di proseguire l’appello è strumentale. Cioè: le istituzioni valgono se comando io. Non male per chi vorrebbe guidare il Paese”. Fassino dimentica che i sindaci rappresentano tutta la cittadinanza che lo ha votato e non. La Meloni è la leader di un partito che rappresenta chi ne condivide i valori. Il giochetto di Fassino è elementare. “Attaccando i sindaci che chiedono a Draghi di andare avanti, Meloni dimostra tutta la propria inadeguatezza istituzionale”, scrive su Twitter l’eurodeputato di Italia Viva e Renew Europe Nicola Danti. Lo abbiamo detto: è il giochetto domenicale dei dilettanti allo sbaraglio. Che sia tutto un modo per prendersela con FdI, primo partito, in un momento in cui la sinistra vede come la peste il voto, ormai più che possibile, è chiaro.
Cirielli umilia Marcucci con due parole
“Sembra incredibile che un parlamentare, Marcucci del Pd, non comprenda il semplice ragionamento della Meloni”, dice il Questore della Camera e Presidente della Direzione Nazionale di Fratelli d’Italia, Edmondo Cirielli. “Anche un analfabeta capirebbe che la leader di Fratelli d’Italia critica, riferendosi a sindaci e presidenti di regione, l’utilizzo della carica istituzionale per fini di parte e comunque si tratta di una valutazione politica. Il suo commento è chiaro e in un italiano corretto. E non c’è nessuna parola offensiva in quello che dice. Stupisce – prosegue – che un rappresentante del Popolo, eletto nelle più alte assemblee legislative, fatichi a interpretarlo. Ci vuole un corso di italiano obbligatorio anche in Parlamento”. Un tocco di fioretto con cui elegantemente rispedisce al mittente l’accusa. Carolina Varchi invita Marcucci a vergognarsi e a rassegnarsi: ” Giorgia Meloni è l’unica capace di rappresentare i cittadini e l’interesse nazionale all’interno delle istituzioni. Il Pd è semplicemente terrorizzato dall’idea di andare a votare”.
Barbaro: “Discussione di infimo livello a sinistra”
“Sono proprio gli insulti del senatore del Pd, Andrea Marcucci a dimostrare come la discussione istituzionale stia cadendo sempre più in basso”, sottolinea il senatore Claudio Barbaro: “L’attacco a Giorgia Meloni, fuori dalle righe, non è certo il primo. E fa seguito a una lunga serie di aggressioni strumentali verso un leader e un partito che con la propria crescita e con una forte voglia di cambiamento mettono paura a chi, con accanimento terapeutico, continua a voler tenere in vita un Governo che non rappresenta più da tempo gli interessi degli italiani”.