Sinistra in pezzi. Casini striglia Letta e compagni: «Stop personalismi. Diamo prova di serietà»
A sinistra è allarme rosso. Le ripicche a colpi di «mai con questo» e «mai con quello» rischiano di demotivare l’elettorato più di quanto non riesca al caldo africano della bella stagione. Non stupisce, dunque, che sia stato il più saggio (e scafato) della compagnia, Pierferdinando Casini, ad indossare i panni del mediatore. Lo ha fatto attraverso un’intervista al Corriere della Sera che al netto dei toni pacati è una era e propria chiamata alle armi rivolta a tutti i cocci sparsi del centrosinistra. «Qui – premette Casini – non si tratta di strumentalizzare Draghi, né di fare partiti pro Draghi, con o senza di lui, sono tutte alchimie che hanno avuto poco successo in passato».
Casini intervistato dal Corriere della Sera
L’ex-presidente della Camera prova a ribaltare la visuale per esortare gli spezzoni della vecchia maggioranza Draghi «a superare i loro personalismi e a creare un’area ampia di riformismo che vada da Letta a Renzi, da Speranza a Calenda». Un “campo largo” senza Conte. «Non so se possa vincere – ammette -, ma che certamente può dare prova di serietà». Casini si sofferma anche sui passaggi che hanno preceduto la crisi di governo, ma non aderisce alla vulgata che vuole il premier sfiduciato da Conte e Salvini per ragioni di sondaggi calanti. «Non lo so se è stato così è gigantescamente sbagliato», risponde. E aggiunge: «Per quanto riguarda Conte non azzardo pronostici.
«La Meloni vincerà la sfida nel centrodestra»
«Certo, l’area dell’antipolitica partita da Bologna con Grillo portato in canotto in piazza Maggiore può ancora avere un appeal, ma siamo di fronte al primo esempio di una forza politica che in quattro anni perde i tre quarti dei suoi consensi». Casini ne ha anche per Berlusconi, un tempo suo alleato. Lui e Conte, sostiene, «hanno fatto un gigantesco favore alla Meloni, che il giorno delle elezioni avrà ancora più consenso». E spiega il senso della sua previsione: «Nessuno le può imputare nulla, non è andata al governo e non lo ha fatto cadere: ho già sentito tanta parte del popolo di centrodestra pronto a votarla». L’ultimo pensiero è ancora per Berlusconi: «Lo ritengo molto sorprendente, non dico altro. La puerile scusa che Draghi fosse stanco… lasciamo perdere…».