“Terrazza Sentimento”, la difesa di Genovese invoca la semi infermità mentale. E chiede di assolverlo
Accompagnato e tenuto per mano dalla sorella, protetto dai suoi legali nell’udienza a porte chiuse dove si discuteva delle due violenze sessuali per le quali è imputato, l’imprenditore milanese Alberto Genovese ha ascoltato i suoi avvocati chiedere al giudice di assolverlo per un caso e concedergli, invece, il vizio parziale di mente per l’episodio di Terrazza Sentimento.
E’ questa, in sintesi, la tesi sostenuta per quasi cinque ore dai difensori di Genovese, a processo a Milano per due violenze sessuali.
Davanti al giudice Chiara Valori, i legali di Genovese hanno affrontato il caso della 23enne abusata nel luglio 2020 in una villa a Ibiza chiedendo l’assoluzione “per l’insussistenza del fatto”.
E di non violenza ha parlato anche Gianmaria Palminteri, difensore dell’ex-fidanzata di Alberto Genovese, Sarah Borruso imputata in concorso con l’ex-imprenditore per questo specifico episodio.
Diversa, invece, la richiesta per il caso della 18enne che, tre mesi dopo, sarebbe stata abusata da Genovese nell’appartamento in pieno centro a Milano, di fronte al Duomo, e resa incosciente con un mix di droghe.
Gli avvocati hanno chiesto la semi infermità per Genovese e dunque il minimo della pena: l’abuso di sostanze illecite e alcol, insieme a un “disturbo dello spettro autistico di livello moderato”, diagnosticato dalla psicologa di parte, avrebbe compromesso, secondo i legali, la possibilità di riconoscere il mancato consenso da parte della 18enne.
Difficile sostenere l’assenza di violenza vista la presenza di telecamere interne che hanno restituito parte di quanto accaduto quella serata.
Nella scorsa udienza la Procura di Milano aveva chiesto la condanna a 8 anni per Genovese,
Due anni e otto mesi di condanna invece erano stati chiesti dai pm per l‘ex-fidanzata.
Nella prossima udienza in calendario il 19 settembre dopo le repliche della Procura si attende il verdetto per il proprietario di “Terrazza Sentimento”, il prestigioso attico con affaccio sul Duomo dove le giovani ragazze milanesi rischiavano lo stupro.