Un altro clamoroso addio, dopo la Gelmini anche Brunetta lascia Forza Italia: “Sto con Draghi”

21 Lug 2022 11:34 - di Monica Pucci

La caduta di Draghi spacca Forza Italia e un altro big, Renato Brunetta, lascia il partito in dissenso con le scelte del suo partito che ha deciso di non sostenere più il governo del banchiere. Lo fa con una nota dura e dolorosa, per uno dei fondatori del partito di Berlusconi, chiamato a fare il ministro nell’esecutivo di unità nazionale guidato da Draghi.

Brunetta lascia Forza Italia per solidarietà a Draghi

”Non sono io che lascio, ma è Forza Italia, o meglio quel che ne è rimasto, che ha lasciato se stessa e ha rinnegato la sua storia, Non votando la fiducia a Draghi, il mio partito ha deviato dai valori fondanti della sua cultura: l’europeismo, l’atlantismo, il liberalismo, l’economia sociale di mercato, l’equità, i cardini della storia gloriosa del Ppe, a cui mi onoro di essere iscritto, integralmente recepiti nell’agenda Draghi e nel pragmatismo visionario del Pnrr”, scrive in una nota Renato Brunetta, annunciando il suo addio a Forza Italia dopo lo strappo di Maria Stella Gelmini.

“Sono fiero di aver servito l’Italia da ministro di questo Governo. Sono degli irresponsabili coloro che hanno scelto di anteporre l’interesse di parte all’interesse del Paese, in un momento così grave. I vertici sempre più ristretti di Forza Italia si sono appiattiti sul peggior populismo sovranista, sacrificando un campione come Draghi, orgoglio italiano nel mondo, sull’altare del più miope opportunismo elettorale”, prosegue Brunetta.

“Io rimango dalla stessa parte: dalla parte -spiega il ministro della Pubblica istruzione- dei tanti cittadini increduli che mi stanno scrivendo e chiamando, gli stessi che nei giorni scorsi si sono appellati a Draghi perché rimanesse alla guida del governo. Io non cambio, è Forza Italia che è cambiata. Mi batterò ora perché la sua cultura, i suoi valori e le sue migliori energie liberali e moderate non vadano perduti e confluiscano in un’unione repubblicana, saldamente ancorata all’euroatlantismo. Perché dobbiamo contrastare la deriva di un sistema politico privo degli anticorpi per emanciparsi dal populismo e dall’estremismo, piegato a chi lavora per modificare gli equilibri geopolitici, anche indebolendo l’alleanza occidentale a sostegno dell’Ucraina. È una battaglia per il futuro che coincide con la difesa della mia storia, e di quella di Forza Italia”, conclude Brunetta.

Il primo strappo era stato quello della Gelmini

Ieri, a fine di una giornata convulsa, con il centrodestra di governo pronto a non partecipare al voto per la fiducia sulla risoluzione Casini condivisa dal centrosinistra, era arrivato l’addio di Maria Stella Gelmini, uno degli esponenti storici e di peso del partito di Silvio Berlusconi, attuale capo delegazione di Fi a palazzo Chigi. ”Forza Italia ha definitivamente voltato le spalle agli italiani, alle famiglie, alle imprese, ai ceti produttivi e alla sua storia, e ha ceduto lo scettro a Matteo Salvini“, annunciava in una nota Gelmini, che da tempo manifesta sofferenza verso la gestione del partito, ma stavolta è rimasta scottata dalla scelta del Cav di firmare, insieme alla Lega, una risoluzione (in qualità di centrodestra di governo) che chiedeva un Draghi bis ma alla guida di un esecutivo profondamente rinnovato e senza i Cinque stelle di Giuseppe Conte.

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