Alessia Morani è fuori gioco e lancia accuse: «Stanno spostando il Pd sempre più a sinistra»

17 Ago 2022 11:46 - di Mia Fenice
Alessia Morani

Alessia Morani rinuncia a candidarsi. La deputata del Pd ed ex sottosegretaria allo Sviluppo economico nel governo Conte-bis, infatti, non correrà alle prossime elezioni politiche. Intervistata da Il Messaggero dice: «Sono venuta a conoscenza della mia posizione in lista ascoltando l’elenco in direzione. Mi pare che sia stato applicato lo stesso metodo tanto criticato in passato, quando il segretario era Matteo Renzi». Rinuncerà alla candidature nelle Marche. Perché? «Insieme alle persone con cui collaboro da anni sul territorio – spiega – ho pensato che è meglio saltare un giro». E poi Alessia Morani puntualizza: «Questa volta non ci sono le condizioni».

Alessia Morani: «Privilegiate le candidature della sinistra»

Quando le chiedono “cosa non le sta bene del metodo Letta?”, risponde:
«Una premessa: fare le liste è sempre difficile così come accontentare tutti. Il segretario ha fatto una scelta politica legittima: privilegiare le candidature della sinistra. Chi pagherà il prezzo, va da sé, è la parte riformista del partito». C’è chi dice che con queste liste Letta penalizza gli ex renziani. «Mi auguro – risponde – che le sue scelte non siano state determinate da rancori del passato. Io faccio orgogliosamente parte dei riformisti del partito. E ho colto la volontà di spostare l’asse del Pd verso sinistra, di cui è prova il rientro dei fuoriusciti di Articolo 1 come l’alleanza con Sinistra Italiana e Verdi».

«È stato un errore politico»

Poi la domanda su Luca Lotti. Un riferimento dei riformisti ma il suo nome non appare nelle liste. Sorpresa? «Penso che chi ha garantito la tenuta del Pd all’epoca della scissione di Renzi meritasse una considerazione in più. In quel momento drammatico abbiamo scelto di stare nella nostra casa, dove rimarremo. Una scelta sofferta che ha permesso non solo al gruppo parlamentare ma allo stesso Pd di sopravvivere». Quindi, continua «mi sarei aspettata un tentativo di tenere il partito unito in un passaggio delicatissimo, quando c’è da sfidare una destra che ha abbandonato ogni velleità centrista. È stato un errore politico».

«Siamo passati dal Conte riferimento dei progressisti a viva Draghi»

Infine: «Al di là dell’esito del voto c’è una scadenza naturale per il congresso previsto per il prossimo anno. Sarà un’occasione per riflettere sullo sbandamento di una linea politica. Siamo passati dal Conte riferimento dei progressisti al viva Draghi. Forse dobbiamo ai nostri elettori un chiarimento su cosa sia il Pd e dove vuole andare».

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