Alika, Formigli insiste: in FdI assenza di pietà. E Giannini vorrebbe fare dei funerali una passerella elettorale
Cominciamo da Corrado Formigli. Fa un tweet insinuante sulla morte di Alika Ogorchukwu, tira in ballo Meloni e Salvini. “Aspettiamo il loro commento indignato”. La leader di FdI gli risponde e lo invita a non fare lo sciacallo. Formigli ancora non sa che il razzismo non c’entra nulla, che l’assassino è un folle già sottoposto a Tso. Poi però lo viene a sapere, come tutti gli italiani. E allora uno pensa: ora la smetterà di speculare su quella morte orribile.
E invece no. Scrive una lettera aperta a Giorgia Meloni e la pubblica sulla Stampa, diretta dal solerte Massimo Giannini. Una lettera che definire delirante è generoso. Intanto Formigli si pone come interlocutore privilegiato, in quanto giornalista di parte, di una leader di partito. “Proviamo a fissare dei paletti”, interloquisce. Ma che va cercando? Un fazioso come lui può dettare le regole?
Ma andiamo avanti. “Dobbiamo convivere nel rispetto reciproco fino al 25 settembre”. E secondo Formigli una convivenza fatta di “rispetto reciproco” – come lui stesso scrive – si fonda su continue accuse di razzismo a Fratelli d’Italia? Accuse che puntualmente, nella lettera, arrivano subito dopo la premessa.
“Da anni assistiamo da parte sua – scrive Formigli a Meloni – e della destra sovranista a un autentico bombardamento contro gli immigrati, indicati esclusivamente come un problema di sicurezza pubblica e un ostacolo alla crescita e al benessere degli italiani. “Invasione”. “Sostituzione etnica”. Concetti ripetuti da lei, martellanti. L’omicidio di Alika, compiuto nella più completa indifferenza dei cittadini presenti, ci ha mostrato a che livello di ignavia, per non dire risentimento sordo e rabbioso, sono arrivati tanti italiani che da anni assistono al più completo degrado del linguaggio e della cosa pubblica”. Dunque, se nessuno è intervenuto a difendere Alika la causa è da ricercare nel linguaggio della destra sovranista…
“Ma mi ha sempre colpito – aggiunge Formigli a proposito del modo in cui la destra parla degli immigrati – l’assenza di pietà umana che le macchine social di Lega e Fratelli d’Italia hanno mostrato verso volti e persone di cui sappiamo poco o niente. E che spesso sono storie di violenza, miseria estrema, guerra. Ma non voglio dilungarmi su argomenti che lei definirebbe “buonisti”. E qui siamo alla ripetizione stucchevole del “restiamo umani”.
Quindi Formigli rivendica di essere fazioso e di parte. Non è certo una novità visto che mandò in onda un servizio contro FdI – la famosa inchiesta di Fanpage – a poche settimane dal voto amministrativo. “Nel fare quel tweet a lei rivolto sono stato di parte? Certo, e lo rivendico. Rivendico il giornalismo che prende parte, se prender parte significa fare battaglie sulle idee e sui valori. Esprimo un forte dissenso sulla sua visione della società e intendo farlo senza essere insultato per questo da chi rappresenta le istituzioni democratiche…Fra poco, forse, governerà l’Italia. Ecco, nel caso, si occupi di amministrare e lasci stare chi la critica, anche aspramente”.
Ricapitolando secondo Formigli lui, essendo di parte e quindi nobile e idealista, può insultare i leader politici i quali invece non possono replicargli non si sa bene in base a quale principio di intangibilità. Inoltre, è Formigli a decidere quali tweet Meloni deve fare, su quali notizie deve mostrare indignazione. E pretende anche di dettare i tempi. Perché il giornalista fazioso osserva, vigila, bacchetta, dispensa licenze di umanità. Ridicolo e arrogante, Formigli non si accorge di continuare ad utilizzare una tragica morte per avvelenare la campagna elettorale.
Ma peggio di lui fa il direttore della Stampa Massimo Giannini che auspica che il funerale di Alika si trasformi in una grottesca passerella elettorale. Siccome Alika è il “Floyd italiano”, afferma nel suo editoriale odierno, “lanciamo un appello a tutti i leader. Se volete ridare un senso vero a questa vacua rincorsa verso il 25 settembre, mettete da parte per una volta gli opposti ideologismi e gli interessi di bottega. Andate tutti insieme ai funerali di Alika. Andate senza simboli e senza calcoli. Andate solo con la vostra faccia, la vostra responsabilità, la vostra dignità, la vostra umanità”. Il problema è che non si sa più dove certa sinistra l’ha persa la faccia. E mancano ancora due mesi al voto…