“Basta, non compro più calciatori africani”. De Laurentiis accusato di razzismo ma lui parlava di soldi
Un lungo ragionamento sul campionato di serie A, sui Mondiali, sul calcio da riformare e sui costi esosi per le società sportive, poi Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, è scivolato sulla gaffe, che nulla aveva a che fare col razzismo ma che è stata accolta come tale sui social. In riferimento al difensore Koulibaly, ceduto al Chelsea questa estate, De Laurentiis s’è lasciato scappare questa frase: “Basta africani, oppure che rinuncino a giocare la Coppa d’Africa. Io non ne comprerò più per questo motivo. Noi paghiamo gli stipendi per mandarli in giro a giocare per il mondo nel bel mezzo del campionato”.
Il colore della pelle e l’origine del giocatore non c’entra nulla con le “accuse” del presidente, che avrebbe detto lo stesso anche per uno svedese costretto a giocare la Coppa scandinava a metà stagione… C’entrano i soldi persi dalle società che devono rinunciare ai propri campioni per cederli alle rispettive nazionali, come era accaduto lo scorso anno con Koulibaly. Ma immediatamente s’è parlato di razzismo…
De Laurentiis, gli africani e la replica di Koulibaly
Il Chelsea ha presentato ufficialmente Kalidou Koulibaly alla stampa nella conferenza di oggi. E tra i tanti temi affrontati, all’ex Napoli è stato chiesto un commento su quanto detto dal suo ex presidente Aurelio De Laurentiis in diretta a Smart Talk, trasmissione di Wall Street Italia, nella serata di ieri.
Il difensore senegalese ha risposto così: “Innanzitutto io do e chiedo rispetto per tutte le nazionalità. Come capitano del Senegal, penso non sia giusto parlare così di una nazionale africana. Rispetto quello che pensa, se crede che la squadra possa giocare senza africani è un suo diritto. Ma sono sicuro che al Napoli ci sono tante persone che non la pensano come lui. Ho grande rispetto per la città e per i tifosi e non penso che quello che ha detto De Laurentiis sia quello che pensi la città di Napoli, ma sia solo un’opinione”, ha detto il calciatore, oggetto di corsi razzisti in alcuni stadi quando vestiva la maglia del Napoli.