Calenda insiste: noi mai con chi ha bocciato Draghi. E Letta pensa a un piano B: il Pd da solo al voto
Basta risse a sinistra. Cresce nel Pd la diffidenza verso Carlo Calenda e verso i suoi fulmini con i quali scomunica tutti. Lo spettacolo che offre il carrozzone progressista è desolante. Troppe liti, troppo livore via social. Così non si può andare avanti e questo sarebbe in queste ore il pensiero di Enrico Letta secondo Repubblica, che parla di un piano B del segretario dem.
Per i dem intollerabili le intemperanze di Calenda
“I dem – scrive Repubblica – considerano ingiustificate e intollerabili le intemperanze social del leader di Azione e anche su questo Letta ha provato a tenere il punto: l’accordo con Fratoianni e Bonelli, ora molto probabile, non mette in discussione i passaggi sottoscritti nel documento tra il Pd e i centristi, dove peraltro è espressamente prevista la stipula di intese con altre forze. Quindi il Pd si aspetta che da qui al 25 settembre Calenda punti i cannoni digitali verso la destra”.
Il piano B di Letta: da soli al voto
E se ciò non dovesse avvenire ecco il piano B che sta prendendo forma nell’animo di Letta. “Presentarsi alla sfida con Giorgia Meloni solo con la sua lista, allargata a Democratici e Progressisti, anche se questo non è e non sarà mai il suo piano principale. Però l’allarme è arrivato a livello alto e il ragionamento che fanno in molti nel partito è che, se la situazione non migliora, è meglio puntare al 30 per cento con i voti di un Pd trainato da una corsa in solitaria e dal voto utile piuttosto che fermarsi a un risultato complessivo più o meno analogo con una coalizione scombinata e impresentabile”.
Calenda: se andiamo con chi ha sfiduciato Draghi perdiamo
Una prospettiva cui guarda con favore l’ala sinistra del Pd capeggiata da Matteo Orfini ma alla quale il segretario potrebbe far ricorso solo in un caso estremo e cioè se non dovesse chiudere a breve il quadro di alleanze che già dà i suoi frutti indigeribili per gli elettori sconcertati.
Carlo Calenda intanto non sembra affatto tacitato, anzi. E su twitter ribadisce: mai con chi ha bocciato Draghi. “Vedo retroscena complicati. Il punto è semplice – scrive – Si vince con una proposta credibile di Governo, molto chiara nel patto firmato con il @pdnetwork. Si perde se si aggiunge un patto contraddittorio rispetto al primo con gente che ha sfiduciato Draghi. Lì eravamo, lì siamo rimasti”.