Chi non rivedremo più nel prossimo Parlamento. Tanti saluti, non li rimpiangeremo
Addio, tanti saluti e a mai più arrivederci. Tanti i parlamentari non ricandidati e , a meno che non vengano coinvolti in seconda battuta per incarichi di governo, la squadra di coloro che non avremo il “piacere” di rivedere in Parlamento è una squadra molto lunga. Nomi illustri e meno illustri. Nel M5S gli appiedati sono molti. In in casa del primo ex partito d’Italia, alle prese con defezioni, faide, regole severissime, escono di scena Roberto Fico, Alfonso Bonafede. Non ne sentiremo la mancanza, soprattutto del secondo, diventato ministro della Giustizia. A lui si deve la nefasta riforma della giustizia poi corretta da Marta Cartabia che ha preso il suo posto.
Chi non rivedremo più: da Danilo Toninelli a Fico e Taverna
Ci dispiace – e facciamo un’eccezione- per Danilo Toninelli, il re delle gaffe con cui abbiamo tanto, e a ragione, polemizzato. Uno con una comicità involonmtaria come lui ce lo sogneremo…Un gaffeur come lui difficilmente potrà essere sostituito. Tra i big giallorossi diciamo ‘ciao ciao’ a Federico d’Incà, a Paola Taverna, anche lei difficilmente sostituibile per il suo gergo e il tratto ruvido. Bye bye anche per Pierpaolo Sileri. « Torno a fare il chirurgo», dice dopo una carriera come senatore, viceministro e sottosegretario alla Salute in quota 5 Stelle. Sempre lui in tv a mettere la faccia alle malefatte del ministro Speranza. Gli va dato atto.
Bersani, fine corsa: potrà pettinare le bambole…
Passiamo al Partito democratico. Pierluigi Bersani potrà tornare a “smacchiare leopardi” o a “pettinar le bambole”, o a sognare “mucche in corridio”, come preferisce . L’ex segretario del Partito democratico non drammatizza: «Dai ragazzi, ho settant’ anni, do una mano, ma non mi ricandido». Fine corsa anche per Vasco Errani, ex presidente della Regione Emilia-Romagna lasciatosi malamente con la “ditta”. Di Luca Lotti si è detto abbondantemente per l’esclusione del renziano tra le polemiche. Un’esclusione che ha fatto rompere la diga delle polemiche contro Enrico Letta e le sue scelte guidate «dal rancore». La riduzione del numero dei parlamentari ci priverà dell’ex ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli e dell’ex ministro del governo Prodi Barbara Pollastrini, figura storica della sinistra italiana. Faremo a meno anche di Roberta Pinotti, senatrice, la prima donna a diventare ministro della Difesa. Faremo a meno anche di Stefano Fassina di Leu.
Da Brunetta a Polverini. Il caso Azzolina
Nel centrodestra non vedremo nel Parlamento che verrà dopo il 25 settembre un pezzo da novanta come Renato Brunetta, ministro più draghiano di Draghi, e che per questo ha lasciato Forza Italia, commuovendosi in tv. Fuori anche Renata Polverini, sindacalista e poi parlamentare forzista, poi uscita e poi rientrata nel partito di Berlusconi. Fine gara anche per il senatore Giuseppe Moles, sottosegretario all’editoria. Si è defilato “sua sponte” Gaetano Quagliarello. Potevamo fare a meno anche di Lucia Azzolina, Mrs banchi a rotelle. Dopo essere andata con Di Maio ha trovato una scialuppa nel Partito democratico, un collegio difficilissimo nella sua Sicilia. Ha accettato. Vedremo come andrà. Non è detta l’ultima parola.