Cordoglio da tutto il mondo per Gorbaciov. Ma dal Cremlino arriva solo uno scarno comunicato
Ha suscitato grade commozione in tutto il mondo la notizia della scomparsa di Mikhail Gorbaciov, morto nella notte all’età di 91 anni al Central Clinical Hospital dove si trovava ricoverato da tempo. Da Biden a Putin, non c’è stato leader che non abbia espresso una parola di cordoglio, sebbene proprio Mosca si sia mostrata piuttosto fredda. Estremamente scarno il messaggio diffuso nella notte dal Cremlino, affidato al portavoce Dmitry Peskov: «Vladimir Putin esprime profondo cordoglio per la morte di Mikhail Gorbaciov, in mattinata invierà un telegramma di condoglianze alla sua famiglia e ai suoi amici». Una freddezza riscontrata anche nel modo in cui i tg russi hanno dato la notizia.
Biden: «Ha sposato la democrazia, dopo decenni di brutale repressione»
La Casa Bianca ha parlato, invece, di «leader raro» con una «lungimiranza straordinaria». «Quando salì al potere, la Guerra Fredda durava da quasi 40 anni e il comunismo da ancora più tempo, con conseguenze devastanti» e «pochi funzionari sovietici di alto livello avevano il coraggio di ammettere che le cose dovevano cambiare», si legge nella dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca, che prosegue ricordando che «dopo decenni di brutale repressione politica, ha sposato riforme democratiche» e «il risultato è stato un mondo più sicuro e una maggiore libertà per milioni di persone».
Von der Leyen: «Gorbaciov ha aperto la strada a un’Europa libera»
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha ricordato che Gorbaciov «ha aperto la strada a un’Europa libera» e che «questa eredità è quella che non dimenticheremo». Boris Johnson ha spiegato di aver «sempre ammirato il coraggio e l’integrità che ha mostrato nel portare la Guerra Fredda a una conclusione pacifica. In un periodo di aggressione di Putin all’Ucraina, il suo instancabile impegno per l’apertura della società sovietica rimane un esempio per tutti noi». E poi, ancora, il ricordo del presidente francese Macron, del cancelliere austriaco Nehammer, del segretario generale delle Nazioni Unite Guterres.
Il ricordo di Silvio Berlusconi
In Italia fra i primi a commentare c’è stato Silvio Berlusconi, che in un lungo post sui suoi social ha sottolineato che «tutti gli uomini liberi stasera sono in lutto, se n’è andato un campione della democrazia». «Pur essendo cresciuto all’interno dell’apparato comunista ed avendone raggiunto i vertici, ha avuto la lucidità, l’onestà intellettuale e il coraggio politico di porre fine al sistema totalitario sovietico e di scegliere la strada della democrazia e del rispetto della sovranità dei popoli», ha aggiunto il leader azzurro, sottolineando che il processo di avvicinamento della Russia non più comunista all’Occidente, «al quale anche io ho collaborato» da premier, «si è interrotto drammaticamente negli ultimi anni».
FdI: «Capì gli errori del comunismo e delle dittatura sovietica»
«”Se non ora quando? Se non io chi?”. Gorbaciov fu il principale riformatore dell’Unione Sovietica che capí gli errori alla base del comunismo e della dittatura sovietica. La sua “perestrojka” e la “glasnost” furono gli acceleratori della caduta del regime», ha ricordato il deputato di FdI, Federico Mollicone.