Covid, la nuova variante Centaurus potenzialmente più pericolosa. Ecco lo studio italiano

23 Ago 2022 18:52 - di Aldo Garcon
Centaurus

La nuova variante Centaurus sarebbe più capace di aderire alle cellule del corpo umano, e dunque potenzialmente più pericolosa. E potrebbe diventare dominante, rimpiazzando le altre Omicron. È quanto emerge da uno studio dell’Università dell’Insubria sugli effetti molecolari delle nuove mutazioni di Sars-CoV-2, pubblicato sull’European Journal of Internal Medicine.

Centaurus, lo studio italiano

La ricerca ha dimostrato che le mutazioni di Omicron Centaurus (BA.2.75), la cosiddetta variante indiana, rendono il virus ancora più “adesivo” ai recettori delle nostre cellule rispetto alle precedenti varianti e, in particolare, a Omicron 5. Il lavoro è nato dalla stretta collaborazione tra Fabio Angeli, professore di Malattie dell’apparato cardiovascolare dell’Insubria e direttore della Cardiologia di Ics Maugeri di Tradate, Martina Zappa, bioteconologa del Dottorato in Medicina clinica e sperimentale e medical humanities dell’ateneo, e Paolo Verdecchia, ricercatore in campo cardiovascolare.

«Apre nuovi scenari pandemici»

«La maggiore capacità di Centaurus nel legarsi ai recettori del nostro organismo, i cosiddetti Ace2 – spiega Angeli – apre nuovi scenari pandemici e identifica questa variante come possibile dominante a livello mondiale. Sono ancora da verificare i suoi effetti in termini di aggressività, ma l’aumentata capacità di legarsi alle nostre cellule e la successiva paralisi dei recettori Ace2, che hanno un ruolo fondamentale nel regolare le nostre capacità vitali, ci fanno supporre anche una verosimile aumentata capacità nel creare danni al nostro organismo – avverte – questo sottolinea quanto sarà cruciale la nuova campagna vaccinale ed il ripristino delle misure di protezione individuale».

Lo studio dell’Oms

Nei giorni scorsi si era espressa anche l’Organizzazione mondiale della sanità. BA.2.75, la nuova variante indiana nota anche come Centaurus, sarebbe più contagiosa e più “cattiva” delle altre Omicron. «Studi preliminari di laboratorio indicano un vantaggio di crescita relativo di BA.2.75 rispetto a BA.2 e BA.5.2. Inoltre, vi è un’indicazione di maggiore fusogenicità, replicazione più efficiente nelle cellule polmonari e maggiore patogenicità in un modello animale di criceto rispetto a BA.2». Lo aveva evidenziato l’Organizzazione mondiale della sanità, in un focus sulle varianti nell’aggiornamento epidemiologico settimanale, precisando che «sono necessari ulteriori studi per confermare questi risultati preliminari».

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