Covid, Lopalco: «Agosto sarà un mese tranquillo». La variante Centaurus per ora è sotto osservazione
«Agosto, con ogni probabilità, sarà un mese tranquillo sul fronte della pandemia nel nostro Paese. Osserveremo la coda discendente di questa ultima ondata». Lo spiega all’Adnkronos Salute l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di igiene all’Università del Salento.
Come sempre, continua Lopalco, «il numero dei morti sarà l’ultimo a calare». Ma perché ancora tanti decessi? «Il coronavirus, lo ripetiamo fino alla noia, non è il virus del raffreddore. Se il numero delle infezioni è così alto, inevitabilmente continueremo a contare le vittime».
Lopalco sulla sottovariante Centaurus
In merito all’ultima “versione” di Sars- Cov-2, poi osserva: «Non sappiamo ancora come si comporterà la cosiddetta Centaurus», sottovariante di Omicron, di cui si è registrato un primo caso in Italia. «Questa sottovariante si è diffusa velocemente in India, ma lì non avevano avuto tre ondate causate da Omicron, come noi in Italia. Per ora bisogna osservare senza fare previsioni».
«Perché una variante si sostituisca a quella precedente deve necessariamente avere un vantaggio. In senso assoluto non è detto che le nuove sottovarianti di Omicron siano più contagiose delle precedenti. Il vantaggio, nel caso della BA5, per esempio era dato da una maggiore capacità di infettare persone già immunizzati dalle precedenti varianti. Per Centaurus dobbiamo attendere per saperne di più».
«Siamo in una fase nuova della pandemia»
Nei giorni scorsi Lopalco aveva sottolineato che siamo in «una nuova fase della pandemia. Giusto dunque adattare le regole di isolamento e quarantena alle nuove evidenze cliniche ed epidemiologiche».
«Non solo le varianti Omicron che oggi circolano danno quadri clinici diversi dalle varianti precedenti», visto che «l’incubazione è più breve e il periodo di contagiosità anche. Ma c’è anche da considerare – aveva aggiunto Lopalco – che il rischio collettivo relativo alla circolazione del virus è comunque inferiore ad un anno fa, quando l’obiettivo di sanità pubblica era quello del “rischio zero” rispetto alla possibilità di lasciar circolare persone potenzialmente contagiose. Oggi possiamo ragionare in termini di ragionevole riduzione del rischio».