D’Agostino: «Calenda? Un bipolare con disturbo di personalità. La destra vincerà per forza…»
«Io me ne stavo tranquillo al mare e il Churchill dei Parioli dà il calcio sui maccheroni del centrosinistra e rinnega l’accordo? Aho’, sarà l’estate ma a me sembra che le sinapsi di tutti stiano girando al contrario». A parlare è Roberto D’Agostino, il fondatore di Dagospia. In un’intervista a La Stampa dice: «Da adesso Carlo Calenda è Bullo da solo. Per carità, nel suo pieno diritto di fare tutti gli strappi, strappetti e strapponi che vuole. Però sembra quel signore che vedeva arrivare il diluvio universale ed era indeciso se uscire con l’ombrello».
D’Agostino: «Calenda mi sembra un bipolare»
Quando gli chiedono se è Calenda che ha rotto con Letta o viceversa, Dago risponde: «Ah, qui Freud ci avrebbe scritto quattro libri, che so, una Psicopatologia della politica quotidiana. Calenda mi sembra un bipolare con qualche disturbo di personalità. O forse non ha capito che quella che Letta gli offriva non era un’alleanza politica, ma sui numeri. Un Fronte repubblicano, come lo chiama Marcello Sorgi. In Francia lo si fa al secondo turno, quando tutti si uniscono per impedire che vinca Le Pen. In Italia, dove il secondo turno non c’è, prima del primo, per impedire che stravinca Meloni».
D’Agostino su Letta e Renzi
Poi attacca Enrico Letta, o come lo preferisce chiamarlo, “il Sotti-Letta“. Per il giornalista il peggiore dei difetti del segretario del Partito democratico è quello di non aver capito che «in tivù o sullo schermo di un telefonino bisogna parlare per slogan». Non tralascia Matteo Renzi: «Mi ricorda uno che vince alla lotteria e perde il biglietto. Ma come? Porta il Pd al 40% e poi lo distrugge? Ha talento dicono. Vero: ma in politica più che il talento conta il carattere. E il suo è quello di un provinciale frustrato, che vorrebbe farsi accettare, non ci riesce (…) e allora fa lo spaccone». Su Conte: «Poverino, non si è reso conto che Grillo gli sta resettando il Movimento».
«La destra vincerà per forza»
Critica anche Giorgia Meloni perché “non dice chiaro e tondo: io sono antifascista”. Infine, ecco Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, definiti “il Truce e il Banana”, per D’Agostino «gli unici due veri antifascisti d’Italia, nel senso che come detestano loro Giorgia non la detesta nessuno». In ogni caso per D’Agostino la vittoria di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia è certa: «La destra vincerà per forza con tutto l’aiuto che le sta dando la sinistra».