Crespi: «Il dubbio è solo uno: di quanto vince Meloni e di quanto perde Letta. Lo sa pure il Pd»
Ci sono solo «tre incognite» in questa campagna elettorale: «Quanto vince Meloni, quanto perde Letta, quanti votano. Il resto è teatro, non c’è partita». Ne è certo Luigi Crespi, che da pubblicitario, spin doctor e sondaggista si basa un po’ sulle rilevazioni un po’ sui messaggi che gli stessi partiti trasmettono con le loro campagne. Fra le quali quella del Pd con lo slogan “scegli” «è fatta per perdere».
Crespi: «Letta è cosciente di non avere speranza»
«Le campagne servono ad allargare l’offerta politica, questa invece la restringe», ha spiegato Crespi, parlando con l’agenzia di stampa Adnkronos. «Letta – ha aggiunto – è cosciente di non aver speranza di vincere, il campo largo non si è concretizzato, e allora sta cercando di ottenere il miglioro risultato per il suo partito». «È un arrocco comunicativo, il tentativo di perdere il meno possibile: sai che non vinci, parli ai tuoi, scaldi i cuori ai tuoi, motivi il tuo elettorato», ha chiarito Crespi, noto anche per essere stato sondaggista di Berlusconi e ideatore del “contratto con gli italiani”.
«L’unico dubbio è di quanto vince la Meloni e di quanto perde Letta»
Ma è proprio impossibile una rimonta del centrosinistra? «Come sappiamo, i sondaggi negli ultimi anni non hanno mai misurato correttamente il vincitore: è successo con Salvini, con i 5 stelle, con Berlusconi, con Renzi», ha ricordato Crespi, avvertendo che «i sondaggi hanno sempre sottostimato il vincitore». «Se questa regola vale oggi l’unico dubbio è di quanto vince la Meloni, e di quanto perde Letta. Questi sono i due dubbi», ha spiegato il sondaggista, aggiungendo che «il terzo dubbio che rimane, importante, è quanta gente va a votare». «Fino al 1976 si recava alle urne il 90% degli elettori. Dal 1979 al 2018, abbiamo perso il 20% dell’elettorato. Qualcuno dice che oggi potremmo andare sotto il 60%. Se accade è una catastrofe politica e sociale. Queste, dunque, sono le tre grandi incognite: quanto vince Meloni, quanto perde Letta, quanti votano. Il resto – ha concluso Crespi – è teatro, non c’è partita».