
Giovanna d’Arco trans, l’ultimo “omaggio” al credo Lgbt travolge anche la Santa francese
Le follie gender non risparmiano neanche Giovanna d’Arco. L’ultimo inchino al delirio Lgbt arriva da Londra, dove allo Shakespeare’ s Globe di Londra andrà in scena uno spettacolo dedicato alla patrona di Francia, la più nota eroina femminile di tutti i tempi. Presentata però come fosse un trans. Si intitola I, Joan, cioè “Io, Giovanna” , e debutterà il 25 agosto nel Globe Theatre all’aperto. Così anche la vicenda storica di santa Giovanna D’Arco (Domrémy 1412 – Rouen 1431) viene riadattata al credo che “una donna può essere un uomo come tutti gli altri”, come pretendono le note di regia.
Giovanna d’Arco diventa un simbolo “non binario” e dall’identità sessuale non definita
La Patrona di Francia canonizzata nel 1920, tra le figure più alte della Cristianità, è da sempre portatrice di una eroica potente femminilità. Ma non per la direttrice del Globe, che davanti all’esplosione delle polemiche, sia da parte dei conservatori che delle femministe più accorte, ha affermato che «i teatri producono opere teatrali. E, nelle opere teatrali, tutto è possibile». Siamo ad un nuovo caso di “revisionismo” artistico e religioso. Giovanna d’Arco sarà interpretata dall’attrice Isobel Thom, che si identifica come “non binaria”. La pulzella d’Orléans sarà riveduta e corretta: “La nostra storia di Joan è piena di gioia, amore, speranza, magia e rivoluzione”, ha raccontato Isobel Thom a Nbc News. Michelle Terry, direttrice artistica del Globe, ha aggiunto: “Giovanna d’Arco per secoli è stata una icona culturale raffigurata in innumerevoli commedie, libri e film. La storia ci ha fornito svariati e meravigliosi esempi di Joan vista come donna. Questa produzione semplicemente offre la possibilità di un altro punto di vista”.
Femministe inferocite: “Smettetela con questa ideologi regressiva”
Bando alle sciocchezza, esplode stizzita la filosofa cattolica Abigail Favale, come leggiamo su la Verità: «Per favore smettete di dire che le donne straordinarie non sono davvero donne». Si risente anche la scrittrice femminista Joan Smith: «Abbiamo impiegato decenni a riscoprire donne artiste, donne autrici, donne leader. Ed ora un’ideologia regressiva tenta di farle sparire». Che l’ideologia del gender e il transessualismo abbiano nuociuto alla causa delle donne è ormai di una evidenza palmare. E perfino le femministe meno ideologiche iniziano a rendersi conto del pericolo insito nell’idea che una donna sia «un uomo come tutti gli altri».