Il guru del M5S De Masi prevede un golpe: “Grillo potrebbe essere cacciato, accade spesso nei partiti”
Domenico De Masi, il “guru” del Movimento Cinque Stelle che originò la lite fatale tra Draghi e Conte sulle presunte intromissiomi del premier, non si candiderà. Ma non rinuncia a esprimere un giudizio sulla transumanzia dei grillini in altri partiti.
“Tradimento è un parolone. Lo ha usato anche Grillo. Quando due si sposano, le preferenze alla lunga possono cambiare. Di Maio è diventato presidente della Camera da ragazzino e prima ancora vendeva bibite allo stadio. Da ministro degli Esteri ha incontrato il presidente degli Stati Uniti, ha ricevuto i capi di mezzo globo. Ha appreso una visione del mondo diversa”. Come? “Prima parlava tre volte al giorno con Grillo, poi ha iniziato a passare 12 ore al giorno a contatto con Mario Draghi. A 35 anni, davanti a un cambiamento così grosso, si può restare per sempre della stessa idea? No. L’evoluzione è stata repentina, altrimenti Di Maio non avrebbe mai abiurato i valori del 5S nel suo messaggio di addio al Movimento”, dice il sociologo d’area 5S, in un’intervista a Repubblica.
De Masi, i traditori e l’anatema di Di Battista
“Il Movimento è stato dato per morto quando ha preso il 33%, figurarsi ora che è dato a poco più del 10. Gli addii di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista? La parabola del partito è ancora lunga. Ne riparleremo tra qualche anno”, continua De Masi. “Sono un sociologo, lavoro da esterno e cerco di capire quello che succede. Grillo sarà cacciato? Può accadere. Tutti i movimenti si sono liberati dei loro padri fondatori. Vale anche per il cristianesimo originario e per i suoi valori. A un certo punto la fase della predisposizione al martirio si è esaurita”.
Sull’ipotesi di una sua candidatura, De Masi risponde: “Ho 84 anni e sono stato io a elaborare il concetto di ‘ozio creativo’. Se dovessi mettermi a lavorare per 10 ore al giorno nelle commissioni parlamentari, rinuncerei a tante cose strepitose. Preferisco tenere bassi i consumi”.