Il Papa a L’Aquila incoraggia la folla in dialetto: “’Jemo ‘nnanzi’. Voi conoscete la dignità del dolore”
Parla di speranza, di dolore e dignità, ma anche di “un impegno lungimirante” per la ricostruzione spirituale e materiale, il Papa al popolo “resiliente” de L’Aquila, che dopo circa tredici anni ancora soffre le conseguenze del terribile terremoto del 2009 che provocò oltre 300 morti e 1600 feriti. Il Pontefice è giunto in mattinata nel capoluogo abruzzese, dove ha celebrato la Perdonanza Celestiniana, primo Pontefice ad aprire la Porta Santa. Atterrato in elicottero in Piazza d’Armi, Francesco si è diretto verso la centrale Piazza Duomo. Il tragitto a bordo della Fiat 500L bianca è accompagnato dal canto dedicato alla Salus Populi Aquilani, la Vergine protettrice della popolazione. Ad accogliere il Papa c’è il cardinale Giuseppe Petrocchi, insieme alle locali autorità, tra cui il presidente della regione Marco Marsilio ed il sindaco Biondi.
Il Papa a L’Aquila: “Il mondo ha bisogno di pace”
Bagno di folla in per le vie del centro – corso Federico II, viale Crispi e viale di Collemaggio -. Tutto intorno migliaia di persone dietro le transenne a scattare foto dai telefonini. Sul sagrato, invece, sotto un sole timido e ai piedi del palco bianco sul quale campeggiano striscioni con scritte tratte da frasi del Papa come “Il perdono è un diritto umano” o “Il mondo ha bisogno di pace”, sventolano dalla folla le bandiere bianco-gialle del Vaticano e anche una gialla e blu dell’Ucraina. In prima fila ci sono i parenti delle vittime del terremoto. Fuori programma in vernacolo per il Papa Bergoglio, salutando la popolazione in piazza Duomo prima di celebrare la messa, ha fatto ricorso al dialetto per dare un incoraggiamento: “A tutti rinnovo il mio saluto e benedico di cuore voi, le vostre famiglie e l’intera cittadinanza. Jemo ‘nnanzi’” (andiamo avanti!).
Il Papa a L’Aquila: “Avete riscattato dal non-senso il dolore e la morte”
“Sono contento di trovarmi tra voi”, esordisce: “In questo momento di incontro con voi, in particolare con i parenti delle vittime del terremoto, voglio esprimere la mia vicinanza alle loro famiglie e all’intera vostra comunità, che con grande dignità ha affrontato le conseguenze di quel tragico evento”. La gratitudine del Pontefice è soprattutto per la “testimonianza di fede”, dimostrata dagli aquilani: Pur nel dolore e nello smarrimento, che appartengono alla nostra fede di pellegrini, avete fissato lo sguardo in Cristo, crocifisso e risorto, che con il suo amore ha riscattato dal non-senso il dolore e la morte.
“La morte non può spezzare l’amore”
Papa Francesco ricorda la lettera ricevuta da “una di voi” che gli racconta di aver “perso gli unici suoi due figli adolescenti”. “Gesù vi ha rimessi tra le braccia del Padre, che non lascia cadere invano nemmeno una lacrima, nemmeno una! Ma tutte le raccoglie nel suo cuore misericordioso”, dice. Nel cuore di Dio “sono scritti i nomi dei vostri cari, che sono passati dal tempo all’eternità”, assicura il Papa.