Il Papa invita a «non uniformarsi al pensiero dominante». L’appello ai leader per costuire la pace
Ancora una volta il Papa invita a riflettere sul “pensiero dominante”. «Penso alle società dove i diritti della donna vengono negati e dove voi, come è successo anche in Italia con la beata Armida Barelli, avete la forza per cambiare le cose promuovendone la dignità. Penso a quei luoghi, che sono tanti, nella politica, nella società, nella cultura, in cui si rinuncia a pensare, ci si uniforma alla corrente dominante o al proprio comodo, mentre voi siete chiamati a ricordare che il destino di ogni uomo è legato a quello degli altri. Non c’è un destino solitario». Sono le parole di Papa Francesco pronunciate in udienza coi partecipanti all’incontro promosso dalla Conferenza Mondiale degli Istituti Secolari (Cmis), che si apre oggi a Roma. Una tre giorni che ruota intorno al tema: “Il servizio dell’autorità e la sinodalità”.
Il Papa: «La Chiesa non è un laboratorio per tranquillizzarsi»
Il Pontefice ha poi sottolineato che «la Chiesa non è un laboratorio per tranquillizzarsi e riposare, la Chiesa è missione». Bergoglio ha raccomandato ascolto e partecipazione ai dolori e alle gioie delle persone: siete chiamati dove la guerra divide i popoli, dove viene negata la dignità. E messo in evidenza l’importanza della «missione e vocazione di una Chiesa in uscita, una Chiesa non lontana, non separata dal mondo, ma immersa nel mondo e nella storia per esserne sale e luce, germe di unità, di speranza e di salvezza».
«La pace non è assenza di guerra»
Nell’udienza coi partecipanti all’incontro promosso dall’International Catholic Legislators Network il Pontefice si è soffermato a parlare della pace.
«Lo sforzo – ha detto – per costruire il nostro futuro comune richiede la costante ricerca della pace. La pace non è semplicemente assenza della guerra. Il cammino verso una pace duratura richiede invece la cooperazione, soprattutto da parte di coloro che hanno maggiori responsabilità, nel perseguire obiettivi che vadano a beneficio di tutti».
Il Papa, appello ai leader politici
«La pace – ha aggiunto – deriva da un impegno duraturo per il dialogo reciproco, da una paziente ricerca della verità e dalla volontà di anteporre il bene autentico della comunità al vantaggio personale. In questa prospettiva, il vostro lavoro di legislatori e leader politici è più importante che mai. Perché la vera pace può essere raggiunta solo quando ci sforziamo, attraverso processi politici e legislativi lungimiranti, di costruire un ordine sociale fondato sulla fraternità universale e sulla giustizia per tutti».
«Abbiamo bisogno di leader capaci»
E poi ancora: «Se vogliamo guarire il nostro mondo, così duramente provato da rivalità e forme di violenza che nascono dal desiderio di dominare piuttosto che di servire, abbiamo bisogno non solo di cittadini responsabili, ma anche di leader capaci, ispirati da un amore fraterno rivolto soprattutto a coloro che si trovano nelle condizioni di vita più precarie».
«In quest’ottica – ha proseguito – incoraggio i vostri continui sforzi, a livello nazionale e internazionale, per l’adozione di politiche e leggi che cerchino di affrontare, in uno spirito di solidarietà, le numerose situazioni di disuguaglianza e ingiustizia che minacciano il tessuto sociale e la dignità intrinseca di tutte le persone».