Ita, Lufthansa scrive a Draghi: “Fate presto”. Rampelli: “Basta ricatti, siamo una nazione sovrana”
Lufthansa torna ruggire sul destino di Ita. Il Ceo della compagnia tedesca annuncia di aver scritto una lettera a Draghi per un chiarimento sulla trattativa in corso. “Bisogna essere veloci. La nostra pazienza non è infinita“.
Ita, Lufthansa scrive a Draghi: fate presto
A riaccendere la miccia le parole di Giorgia Meloni che aveva chiesto al governo di bloccare l’operazione di privatizzazione, che ha il sapore della svendita. “Dal 25 settembre in poi tutto potrà cambiare. E al rilancio della nostra compagnia aerea di bandiera penserà chi governerà. Occorre valutare con attenzione la presenza dello Stato nella compagnia e la partecipazione azionaria di altri partner”.
Siamo i migliori partner per la compagnia italiana
Da qui l’avvertimento di Lufthansa a Palazzo Chigi, comunicato dal ceo, Karsten Spohr, durante la conference call di questa mattina con gli analisti. “Al di là di sviluppi politici, Ita ha bisogno di un partner e noi pensiamo di essere quello giusto”. Il premier Draghi vorrebbe chiudere entro l’estate, ma l’amministratore delegato della compagnia tedesca mostra una grande fretta.
Rampelli: non siamo una colonia, chiedano scusa
Immediata la reazione di Fabio Rampelli. Che non ha gradito l’out out della Germania.
“Si fa presente ai signori della Lufthansa che non siamo sotto il dominio del reich tedesco. Si fa altresì presente – scrive in una nota il vicepresidente della Camera – che l’Italia è una nazione libera e sovrana. E che quelle frasi dal tenore intimidatorio sono irricevibili. Chiedano scusa. Oltretutto c’è una gara aperta con diverse proposte presentate, molto poco elegante dare per scontato che siano i tedeschi a vincerla”.
Partecipazione dei privati sì, sottomissione mai
“Avevamo dunque visto giusto – conclude Rampelli – quando abbiamo denunciato un processo di accelerazione dovuto a pressioni straniere. Ribadiamo la nostra posizione: il Consiglio dei ministri si tenga lontano da Ita. Nessun atto collegiale sia intrapreso, nessun atto monocratico in direzione della vendita a Lufthansa o altre compagnie. Il trasporto aereo italiano è un affare. E non c’è ragione di cederlo a compagnie di bandiere estere. Partecipazione dei privati sì, sottomissione alla Germania mai”.