Lady Fratoianni e Lady Franceschini andassero a caccia di voti come la Meloni, non dei seggi blindati
Finitela con questo continuo lamento “non chiamateci le mogli di…”! Mi riferisco a Michela Di Biase ed Elisabetta Piccolotti.
Sono giorni che non si parla d’altro che del loro lamento nell’essere designate come Lady Franceschini e Lady Fratoianni.
Entrambe hanno gridato alla cultura maschilista come complice di questo loro appellativo cercando di rivendicare invece i loro meriti.
Premesso che nessuna cultura patriarcale è responsabile del fatto che se la stampa non avesse specificato i nomi dei loro consorti, purtroppo non avremmo ben capito chi fossero.
Nessuno mette in alcun dubbio il loro personale impegno politico ma è evidente che loro malgrado si sono trovate accanto due figure che in politica sono molto più riconoscibili. Questo il motivo per cui è scattata in automatico l’associazione, senza nulla togliere al merito.
Ma non è su questo che voglio rivolgere la mia attenzione, bensì sul fatto che per non dare adito ad illazioni forse si sarebbero dovute mettere in gioco invece di accomodarsi piagnucolanti su una poltrona certa.
Mi spiego meglio. Perché, visto che rivendicano fortemente di non dover nulla ai loro uomini e di valere in quanto “brave politiche”, non si sono messe in gioco in un collegio dove era necessario prendere voti sul campo? Perché non si sono guadagnate un posto in Parlamento chiedendo consenso agli elettori? È qui che il loro pianto stride.
Troppo semplice gridare al maschilismo, alla cultura patriarcale e poi non essere le prime a dire “vi facciamo vedere noi quanto valiamo”.
È evidente che per come si sono svolte le cose un piccolo dubbio sorge rispetto al fatto che un ruolo importante in merito alla loro candidatura lo abbia giocato la notorietà politica dei mariti e il ruolo che rivestono.
Prendete come esempio Giorgia Meloni.
Si è guadagnata il ruolo che ricopre oggi come leader del primo partito italiano a suon di meriti senza perdersi in facili piagnistei.
Ha dimostrato sul campo di brillare nel ruolo che oggi occupa guadagnandosi ad uno ad uno il consenso di milioni di elettori.
Perché anche voi, mogli lamentose non avete seguito le sue orme, preferendo invece la strada più semplice?
È solo così che si può superare veramente quella cultura patriarcale che tanto condannate. Uscendo dal vittimismo e tirando fuori grinta carattere e competenza. Abbiamo una donna che ne è l’esempio. Invece di criticarla e dileggiarla, sosteniamola, sostenetela!
Può rappresentare il primo vero passo concreto per scardinare l’idea che nessuna donna possa rivestire ruoli di potere.
Giorgia Presidente del Consiglio sarebbe la vera svolta per tutte noi.