Le liste, nel Pd non si candidano Pinotti, Errani e Nardella. Nel M5S in forse Di Battista
Mancano due settimane alla presentazione delle liste e i nomi di chi ci sarà e di chi non ci sarà rappresentano una delle notizie più gettonate. Le certezze in merito sono poche, e riguardano soprattutto il M5S, dove i big verranno falcidiati dalla tagliola della regola del secondo mandato. Tra questi ad esempio il presidente della Camera uscente Roberto Fico. Mentre è sicura la candidatura a Montecitorio di Chiara Appendino. Ha detto no al Movimento, invece, il sociologo Domenico De Masi.
In forse la candidatura di Di Battista, Conte non lo vuole
Giuseppe Conte è sicuro di poter approfittare della rottura tra Calenda e Letta e non vuole tra i piedi Alessandro Di Battista. Si allontana dunque – scrive La Stampa – “l’idea di un ritorno di Alessandro Di Battista, che già convinceva poco Conte per le sue posizioni politiche poco conciliabili con la nuova linea pentastellata e il rischio di vedere contesa la sua leadership tra gli attivisti. Ma anche Beppe Grillo, ora, avrebbe avanzato un forte dubbio di fronte all’ipotesi di reintegrare l’ex deputato, per colpa – raccontano – di alcuni scontri accesi tra i due in passato, ai quali non è mai seguita una riconciliazione”.
I big esclusi nelle liste Pd
Nel Pd non saranno in corsa Roberta Pinotti e – riferisce Repubblica – nomi del calibro di Luigi Zanda, Adriano Galliani, Stefano Fassina, Loredana De Petris, Marina Sereni, Pierpaolo Sileri, e l’ex governatore dell’Emilia Romagna, Vasco Errani.
A Firenze (dove si profila un caso Luca Lotti), il sindaco Nardella non si candida ma sostiene «i candidati autorevoli e vincenti indicati all’unanimità dal Pd locale – Bonafè, Gianassi e Fossi – e gli altri candidati toscani », e chiede garanzie perché «è giusto trovare un equilibrio con le esigenze di Roma ma senza indebolire il territorio». A Bologna si fa largo alla candidatura di Elly Schlein. Infine l’ex ministro Marianna Madia e Michela Di Biase, compagna di Franceschini, sono tra i nomi che fonti del Pd laziale definiscono “strablindati”.