L’ultima cretinata della sinistra: “Per Giorgia Meloni le donne esistono solo se sono madri”
Patriarcale. Antifemminista. Fascista. Così Nadia Urbinati ha di recente bollato la proposta di Fratelli d’Italia di sostenere la natalità. Una proposta desunta da un programma elettorale che è del 2018 e non di oggi. Ma queste sono “sottigliezze” che alla sinistra non interessano. Pur di colpire l’avversario si inventano, come fa la Urbinati, che per Giorgia Meloni la donna esiste solo in quanto esercita la sua funzione riproduttiva. Come Mussolini e il fascismo, fa notare la studiosa femminista e di sinistra. Che proprio lì voleva andare a parare.
Urbinati: per Meloni la donna esiste solo se è madre
Ecco il succo del ragionamento di Nadia Urbinati, in un articolo pubblicato sul quotidiano “Domani”, uno dei più aggressivi contro Giorgia Meloni. “Si dice al primo punto che questo programma elettorale destina «il più grande sostegno alle famiglie e alla natalità della storia d’Italia». Certo! Tutto ruota intorno alla donna-madre. Non ci si faccia ingannare – e probabilmente molti/e si faranno ingannare: questa attenzione assistenziale presume che la famiglia e i figli siano l’orizzonte di vita della donna, e soprattutto che siano a suo carico. La donna, come donna, non è presente: lo è come madre e come italiana. In linea con la fotografia che Giorgia Meloni ha voluto dare di sé in questi anni: una madre italiana che lavora. La donna ha una funzione produttiva perché prima ha una funzione riproduttiva. Non serve molta immaginazione per riandare alla tradizione fascista…“.
Pregiudizi radicati a sinistra
Invece di fantasia ne occorre molta. E soprattutto ci vogliono pregiudizi molto radicati per avventurarsi in queste arrampicate dialettiche. Che tra l’altro – ripetiamo – prendono spunto da un programma del 2018. Ecco, in ogni caso, il punto commentato da Urbinati: “Asili nido gratuiti e aperti fino all’orario di chiusura di negozi e uffici e con un sistema di apertura a rotazione nel periodo estivo per le madri lavoratrici. Reddito infanzia con assegno familiare di 400 € al mese per i primi sei anni di vita di ogni minore a carico. Quoziente familiare in ambito fiscale. Deducibilità del lavoro domestico. Congedo parentale coperto fino all’80% ed equiparazione delle tutele per le lavoratrici autonome. Incentivo alle aziende che assumono neomamme e donne in età fertile. Tutela delle madri lavoratrici e incentivi alle aziende per gli asili nido aziendali. Deducibilità del costo ed eliminazione dell’IVA sui prodotti per la prima infanzia. Intervento sul costo del latte artificiale. Difesa della famiglia naturale, lotta all’ideologia gender e sostegno alla vita“.
La libertà di scelta è sostenuta dalle politiche family friendly
Si può comprendere che Urbinati, seguendo le dotte elucubrazioni di Elodie, sia spaventata da queste istanze ma in che modo esse possano interpretarsi come nemiche delle donne è davvero difficile da dimostrare visto che la libertà di una donna di essere madre o no si misura anche col grado di sostegno che le istituzioni sono in grado di darle. Con la sostanza di politiche che oggi chiamano “family friendly” e che sono proprio quelle auspicate da FdI. Altrimenti la strada è obbligata: si sceglie di non essere madre non per libera scelta ma per necessità. E’ questo che vuole la sinistra?