Marcinelle, Letta cavalca la tragedia dei nostri minatori. Meloni: “No a strumentalizzazioni”
“Gentile direttore, ricorre oggi il sessantaseiesimo anniversario della tragedia di Marcinelle, nella quale persero la vita 262 minatori, 136 dei quali italiani. Ieri Enrico Letta ha annunciato da queste colonne la sua partecipazione alla commemorazione istituzionale che si svolge come ogni anno nella cittadina belga. Un gesto che apprezzo, sinceramente, e che a Marcinelle ha portato anche me in anni passati, perché quella tragedia è un tassello della nostra vicenda nazionale e di una necessaria memoria storica condivisa. È con questo spirito che nel 2001 un uomo orgogliosamente di destra come l’indimenticato Mirko Tremaglia, allora Ministro per gli Italiani nel mondo, propose di fare dell’8 agosto la Giornata del sacrifico del lavoro italiano nel mondo”. Lo dice la leader di Fdi Giorgia Meloni in un intervento sul Corriere della Sera.
Meloni scrive al Corriere sulla tragedia di Marcinelle
“L’Italia post-bellica aveva siglato nel 1946 un protocollo con il Belgio, che si impegnava a rifornirci di carbone in cambio di manovalanza per le loro miniere. I proprietari si impegnavano a garantire salari e condizioni di lavoro dignitose, ma una volta arrivati sul posto tanti dei nostri connazionali si ritrovarono a dormire nelle baracche destinate fino a qualche mese prima ai prigionieri di guerra tedeschi e a lavorare in condizioni ai limiti dell’umana sopportazione”, aggiunge.
“Ora, non credo sia difficile notare come il quadro fosse radicalmente diverso da quello dell’attuale situazione dell’immigrazione verso l’Italia – afferma Meloni – Qui e oggi, accanto all’immigrazione regolare, fatta di milioni di stranieri che si sono integrati positivamente nella nostra società e che meritano il nostro apprezzamento, da anni conosciamo ingenti flussi di immigrati irregolari che i governi di sinistra (o ai quali la sinistra ha partecipato) non hanno mai saputo né voluto arginare, alimentando così un traffico inumano e un business inaccettabile, sostenuto da certe Ong ideologizzate e ben remunerati professionisti dell’accoglienza. Questa è la ragione per la quale ritengo che utilizzare la tragica ricorrenza di Marcinelle per comparazioni forzate e strumentali non sia un modo corretto né di ricordare gli italiani di ieri, né di affrontare il tema degli stranieri di oggi”.
Letta fa finta di non capire che su Marcinelle ha avuto una caduta di stile
Il segretario dem ha addirittira paragonato i caduti nella strage della miniera belga ai migranti africani all’interno di quei campi di concentramento in Libia. Quegli stessi che per anni i governi Pd hanno finanziato. Il segretario dem fa addirittura lo scandalizzato. “Ho trovato la lettera della Meloni incomprensibile e anche molto grave”, ha detto il segretario del Pd. “Chi si candida a fare presidente del consiglio deve sapere che bisogna unire il Paese e non dividerlo. Fare polemiche su Marcinelle è incomprensibile e sbagliato – ha proseguito il leader dem – sono fiero di essere qui, nel rispetto dei nostri connazionali morti qui, per onorare la loro memoria, per parlare di futuro, un futuro in cui immigrazione e emigrazione non possono avere quell’esito che ebbe allora, 66 anni fa”.
La replica di Delmastro a Letta
E ancora. “La cosa più grave è dividere i morti in morti di serie A e serie B, ed è quello che fa quella lettera, divide i morti in morti di serie A e morti di serie B, cosa che noi non faremo mai. Per noi – ha spiegato Letta – sono tutte persone umane che meritano il rispetto. La prima cosa da fare è cercare di unire e non cercare di dividere. Sento di aver fatto bene a esserci e a dire queste parole. Che sono parole di rispetto per uno dei più grandi drammi del nostro tempo, che non può essere strumentalizzato con l’idea che ci sono morti di serie A e morti di serie B”.
“Letta, oltre a non essere un fine stratega, oggi certifica la distanza lunare fra lui e l’Italia reale in tema di immigrazione”, ribatte Andrea Delmastro. Il deputato di Fratelli d’Italia osserva che la lettera della Meloni è “difficile da capire per una sinistra che ha smarrito le ragioni del lavoro sulla via dell’ideologia immigrazionista. Giorgia Meloni divide come dice Letta? No! Discerne fra chi si integra con il lavoro e chi si disintegra nella filiera pelosa della accoglienza – conclude Delmastro – con i suoi costi insostenibili”.
I morti di serie A e di serie B? Ma è la sinistra quella che discrimina
Perché, in fondo, i morti di serie A e di serie B li cataloga per primo il Pd, come emerge anche dagli ultimi fatti di cronaca. Quando muore un immigrato, viene commemorato e considerato solo se è funzionale alla “narrazione” della sinistra, come dimostra il doppio trattamento tra il commerciante cinese ammazzato a Monteforte Irpino e l’ambulante nigeriano ucciso a Civitanova Marche.