Meloni alla Versiliana: “Con noi si andrà avanti per merito, non per la tessera di partito”. Segui l’intervento
“Non so come possano mettere in piedi un programma. Calenda voleva il nucleare. I Cinquestelle non vogliono le trivellazioni, il reddito Calenda lo ha sempre contestato”. Così Giorgia Meloni, intervistata al Versiliana Festival dal direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano. Dal programma elettorale del centrodestra alle sfide che attendono l’Italia perché torni a essere “una democrazia normale”. La leader di FdI ha passato in rassegna i temi caldi dell’agenda politica. A partire dalle strane alleanze che prendono forma nel campo avversario. “Ma c’è una buona notizia. Si procede a una semplificazioni tra due visioni. C’è un ritorno al bipolarismo. A sinistra vedo solo accordi per convenienza, non sui contenuti”.
Meloni: da noi vale il merito non la tessera
“Non accetto il racconto che chiunque in Italia che non sia di sinistra non vale niente, io ho scritto un libro, sappiamo pure scrivere”. Ironizzando sulla narrazione progressista, la Meloni ha rivendicato il principio della meritocrazia. “Io dico che si deve andare avanti per il merito. Non per la tessera di partito che hai in tasca”.
“Orgogliosa di essere una democrazia normale”
“Serve una maggioranza scelta dai cittadini”, ha aggiunto la leader di FdI rivendicando l’orgoglio di aver sempre combattuto i governi nati da inciuci di palazzo. E da compromessi al ribasso. “Sono orgogliosa di essere una democrazia normale. Di avere la libertà di scegliere da chi vogliamo farci votare. E per questo chiediamo agli altri di rispettare le nostre scelte di nazione sovrana. Questa idea che tutto sia meglio fuorché votare è una follia”. E ancora sulla collocazione internazionale: “Noi non siamo disposti a svendere pezzi di Italia per farci dire bravi da altre nazioni. Vogliamo difendere i nostri interessi. Che non vuol dire uscire dall’Europa”.
“Non siamo disposti a svendere pezzi di Italia”
“Gli altri mantengono salda la loro identità, noi ci abbattiamo le statue da soli”, ha aggiunto sul tema della globalizzazione. “Noi abbiamo un problema. Per esempio sui microchip, ci siamo appoggiati alla Cina e ora non ce li abbiamo. Quando qualcuno voleva che l’Europa controllasse non lo diceva perché era autarchica, qualcosa non ha funzionato, ci siamo svegliati oggi. Non esiste una strategia europea”.
Agli avversari: scendete sul terreno del confronto
Poi ha sfidato gli avversari sul campo dei contenuti. “Scendete sul terreno del confronto e dimostrate che le vostre idee sono migliori delle nostre. Perché le campagne elettorali si fanno così. Sui contenuti. Invece ci dipingono come mostri. Ma siamo un partito stimato al 25% dei sondaggi, poi vedremo alle urne. Dire che siamo dei mostri allora vuol dire dirlo al 25% degli italiani. E questo non è accettabile”.
La concorrenza va fatta fare ai Benetton
Sul terreno spinoso della concorrenza poi ha smontato le balle raccontate in queste settimane. “La concorrenza la facciamo fare ai balneari e ai tassisti. Ai Benetton no. Io non sono d’accordo”. Anche sulle politiche giovanili del governo nessun dubbio. “Basta con questa visione paternalistica”, ha detto la Meloni. “Dobbiamo dare ai giovani una vita dignitosa, sono soggetti attivi che vanno coinvolti. Gli eroi del Risorgimento avevano 19 anni. Il messaggio deve essere diverso. I giovani vogliono sentirsi dire che potranno avere un lavoro, comprarsi una casa, piuttosto che avere un bonus”.