Nel Pd cresce il malumore per la spartizione dei collegi. In troppi tra i dem rischiano la riconferma
La generosità di Enrico Letta nei confronti di Carlo Calenda, con il patto sui collegi uninominali 70/30 fa diminuire i posti a disposizione per i candidati espressi dalle correnti dem. Ciò determina malumori nel partito che contrastano con il clima trionfante nel quale il segretario ha dato l’annuncio dell’intesa tra Pd e Azione.
“I seggi tra Camera e Senato nella versione più ottimistica saranno 130. In quella più realistica 110. Una decina saranno i seggi che il Nazareno dovrà dare a chi confluirà nella lista Pd – scrive il Corriere – dopo il patto siglato con Calenda ognuno ha dato il suo plauso al segretario che aveva mandato in porto una trattativa difficile, ma un po’ di malcontento serpeggiava soprattutto nelle seconde file. Insomma, tra quelli che vedono a rischio la riconferma”.
C’è poi il problema di Fratoianni e Bonelli. Anche con loro occorre mettersi d’accordo sui posti perché alle alte ragioni ideali non ci crede nessuno. Tantomeno i vertici del Pd. E anche in questo caso a farne le spese saranno proprio gli esponenti dem che vedranno sacrificate le loro aspettative.
“Nel frattempo nel Pd – chiosa ancora il Corriere – emergevano anche i malumori per l’ipotesi di presentare Di Maio capolista nel proporzionale in quota dem (ieri Letta lo ha incontrato). «Attendiamo ancora le sue scuse», facevano sapere dal Pd di Bibbiano. Come al solito, toccherà al segretario Enrico Letta farsi carico del compito di dirimere le questioni non ancora risolte”.