Renzi fa lo spaccone: «Mi candido dove si candida Berlusconi». Di Maio? «Ha chiesto l’elemosina»
Fa lo spaccone, Matteo Renzi. L’uomo che non ha paura di sfidare nessuno. È l’immagine che vuole darsi per mettersi in vetrina in questa campagna elettorale. Il cosiddetto Terzo Polo arranca, ma lui mostra i muscoli (che non ha). «Credo che mi candiderò nella stessa circoscrizione di Berlusconi, Milano 2 al Senato». Il leader di Iv l’ha detto ai “Tg2 Post. «Sarà molto divertente e utile per i cittadini», ha poi ribadito a Rtl 102.5.«Potranno riflettere su quale è la strada più giusta per il futuro, sulle tasse, sulla politica estera, sul costo dell’energia. Quando c’è confronto va sempre bene, l’importante è che ci sia civiltà».
Renzi contro Di Maio: vergogna
«Di Maio sta riscrivendo il significato della parola vergogna. Di Maio che è il ministro degli Esteri e dovrebbe occuparsi di Ucraina, Afghanistan e Taiwan. Invece da qualche mese a questa parte insieme a Tabacci si occupa del suo partitello. Ha smesso di occuparsi del mondo, ammesso che nei sia stato capace. E si occupa solo del suo seggio, dove spero che perda”». Poi, sempre a Tg2 Post: «Di Maio è andato a elemosinare un posto dal Pd che aveva definito il “partito di Bibbiano”, che aveva accusato di rubare i bambini, dell’elettroshock. Chi vota Letta risposta in parlamento Di Maio. Contenti voi contenti tutti», ha aggiunto Renzi.
Candidare Crisanti significa che…
Il burrascoso cambio della guardia Letta-Renzi a palazzo Chigi nel 2014 ha inciso sulle decisioni del Pd nella formazione delle liste? «Secondo me sì. Ma quella ormai è preistoria. Se uno si candida, si deve candidare guardando al futuro. Il Pd ha scelto, secondo me Letta è rimasto fermo al 2014. Invece siamo nel 2022», ha ribadito Renzi. «Le candidature del Pd sono fatti del Pd. Ma dalle candidature si capisce cosa si vuole fare. Se uno candida Crisanti che è uno dei virologi più famosi, che prima voleva tenerci chiusi a Natale… Ho paura che al primo raffreddore ci prendiamo una quarantena di due mesi e non ne usciamo», ha concluso Renzi.