Renzi senza ritegno ricorda con orgoglio il vergognoso golpe del 2011 per attaccare Tremonti
A liste “ancora calde”, subito parte la delegittimazione dei candidati di Fratelli d’Italia. Inizia Matteo Renzi a cannoneggiare Giulio Tremonti. “Vedendo la squadra che sta presentando Giorgia Meloni, sorprende che la candidata favorita di queste elezioni riparta da chi nel 2011 gestiva le finanze di questo Paese e ci portò sull’orlo del fallimento. Rispetto le idee del professor Tremonti, ma non dimentico quella pagina drammatica per il nostro Paese“. Così Matteo Renzi nella enews.
Renzi contro Tremonti: “FdI candida chi ci portò sull’irlo del fallimento”
Il rispetto si dovrebbe dimostrare anzitutto non diffondendo notizie rivelatesi non veritiere. In quel famigerato 2011 le cose andarono diversamente da come le veicola oggi Renzi. Nel marzo del 2019 Tremonti precisava: «Non ci sarebbe stato tutto quel terremoto verso la Grecia – ricordava l’ex-ministro in un’intervista a ItaliaOggi – se il debito non fosse stato nella pancia di banche tedesche e francesi».
Tremonti: le sue parole nel marzo 2019
In quel colloquio il professore, oggi candidato di FdI, collocava il passaggio dei poteri da Berlusconi a Monti usando parole di fuoco: «Lo stesso golpe avvenne contro l’Italia, nel 2011, quando per mano tedesca e francese e con l’appoggio della “quinta colonna” italiana, invece di permetterci di votare, hanno fatto venire il governo Monti. Che ci ha portato via i soldi e li ha dati alla Germania e alla Francia per salvare le loro banche. Quello fu un episodio di assoluto squallore». Parole che dovrebbero far discutere, ma che certamente saranno in gran parte ignorate per evitare di dover fare i conti con quella che resta una delle pagine più buie e misteriose della recente storia d’Italia. Se non è una chiara ammissione di “golpe” poco ci manca.
Nel 2014 le parole inquetanti di Laszlo Andor
Andando a ritroso nel tempo, molti economisti si espressero sui fatti che ne 2011 portarono al famoso “golpe bianco. Sono sconcertanti a rileggerle oggi, le dichiarazioni del commissario Ue al Lavoro e affari sociali Laszlo Andor: «I governi di Grecia e Italia sono stati sostituiti con amministrazioni di tecnocrati, dato che quelli eletti erano incapaci o non volevano mettere in atto l’anticipazione del consolidamento del bilancio». Ammissione inquietante. Ed altrettanto inquietante è il candore con cui viene espressa: come se fosse normale «sostituire» due governi poco allineati con le politiche del “direttorio” Ue.
Renzi legga le analisi di Luca Ricolfi prima di attaccare Tremonti
Nel novembre del 2017 il sociologo Luca Ricolfi sottolineò con onestà intellettuale che all’epoca c’era un miglioramento delle condizioni economiche dimostrato dall’indice VS (Vulnerabilità strutturale) elaborato dalla Fondazione David Hume, da lui presieduta. Si tratta di un indice che valutava la vulnerabilità dei conti pubblici: indice “non politico, non arbitrario, non soggettivo”, spiegava Ricolfi a Libero e al Giornale. Specificando: “Sono di sinistra e non ho alcun interesse a difendere il governo Berlusconi. Ho solo fatto una ricerca attendibile e i dati che sono venuti fuori dicono questo. Non c’è dubbio che a livello europeo in quegli anni ci sia stata una volontà politica di far fuori il governo di centrodestra. E certo hanno contribuito i mercati, simili a pazienti ciclotimici, che dopo un allarme diventano iperagitati: e le tre sorelle americane Standard&Poors, Moody’s e Fitch; che alzano o abbassano il rating di un Paese in modo arbitrario, senza trasparenza, senza spiegarne con un algoritmo le motivazioni”.