Riecco Bersani: molto bene l’ammucchiata a sinistra, la mucca nel corridoio oggi è la destra…
Riecco Pierluigi Bersani. Nel ruolo di “grande vecchio”. Che però non intende ricandidarsi. «Perché? Me lo chiedono in tantissimi. È una cosa normale, come il tempo che passa. Ho fatto 20 anni il parlamentare da ministro, da segretario e da deputato semplice. Penso che basti. Non abbandono la politica, né la compagnia, darò una mano in altre forme. A settant’ anni consiglio a tutti di avere disponibilità e non aspirazioni», dice al Corriere.
Bersani: irragionevole la fatwa contro Conte
Il suo modo di dare una mano è difendere Conte e un’alleanza con il M5S che invece Enrico Letta ha ripudiato. «Non faccio nessuno sconto né all’immaturità, né agli errori gravi del M5S – afferma Bersani – ma davanti a questa destra trovo irragionevole la fatwa politica e tecnica verso Conte».
Torna la metafora della mucca nel corridoio
E’ ancora affezionato alla metafora della mucca nel corridoio: “Come si fa a non vederla adesso? Presidenzialismo, autonomia differenziata, flat tax, condoni, passi indietro sui diritti civili. Non fermare Meloni, Salvini e Berlusconi significa tirare fuori l’Italia dal concerto dei grandi Paesi Ue, metterla con Ungheria e Polonia. Mi vogliono spiegare i veti reciproci?”.
Bersani alla sinistra: non fate come i capponi di Renzo
Dunque per Bersani l’ammucchiata va benissimo, anzi più larga è meglio è. Non certo per dare al Paese un reale programma di crescita ma solo con lo scopo di battere le destre e bloccare l’alternanza. “È importante che tutti si sentano alternativi alla destra e che non si faccia come i capponi di Renzo, che si beccavano tra loro e sono finiti in pentola”.
Bersani: bravo Conte a fare il lockdown
E se gli chiedono se morirà contiano non si schernisce di certo. Anzi rivendica il buon operato – secondo lui – del governo Conte. «Ricordo che insieme a Conte abbiamo fatto cosucce tipo il primo lockdown in Occidente, abbiamo preso i soldi in Europa e fatto il blocco dei licenziamenti con aiuti alle imprese».
Infine lascia intendere che Conte è certo meglio di Calenda. “A volte – è la stilettata di Bersani – Calenda ha dato l’impressione di essere lui nella valle di Giosafat che decide i buoni e i cattivi”.