Salman Rushdie perderà un occhio. Ha il fegato danneggiato e i nervi del braccio recisi
Pugnalato almeno due volte mentre stava tenendo una lettura al Chautauqua County Education Center nello Stato di New York, Salman Rushdie, il famoso scrittore anglo indiano che, dal 1986 è braccato dalla fatwa lanciata contro di lui dal leader supremo iraniano, l’ayatollah Khomeini, è stato operato d’urgenza e dalla notte scorsa è attaccato ad un respiratore, non riesce a parlare e, secondo il suo agente, Andrew Wylie, potrebbe perdere un occhio.
“Salman probabilmente perderà un occhio, i nervi del braccio sono stati recisi e il suo fegato è stato danneggiato – ha detto Wylie al New York Times. – Le notizie non sono buone”.
Salman Rushdie, 75 anni, è stato colpito al collo e all’addome da un giovame che è stato arrestato e identificato dalla polizia come Hadi Matar, 24enne residente a Fairview in New Jersey.
Hadi Matar, che secondo il racconto dei testimoni indossava una mascherina nera, si è alzato dalla platea, è saltato sul palco e si è avventato sullo scrittore colpendolo “al collo e almeno una volta all’addome”, secondo la ricostruzione della polizia.
Colpito anche il moderatore della conferenza, Ralph Henry Reese, che è stato dimesso dall’ospedale qualche ora dopo.
“Tutto si è svolto in una manciata di secondi – ha detto un testimone che era seduto tra il pubblico. – Era coperto di sangue, colava sul pavimento. Ho visto del sangue intorno ai suoi occhi e colargli giù per la guancia”.
Lo scrittore è stato soccorso subito da un medico presente in sala e poi è stato trasportato in elicottero in ospedale.
Il killer è stato bloccato da alcune persone che stavano partecipando all’evento letterario, lo hanno immobilizzato fino all’arrivo degli agenti.
Rushdie divenne celebre in tutto il mondo nel 1981 con il suo libro “I figli della mezzanotte” ma è stato anche uno dei primi intellettuali accusati di blasfemia contro l’Islam, con minacce di morte a causa della sua opera “I versetti satanici“, che lo hanno costretto a vivere nove anni nascosto protetto dei servizi segreti britannici.
Fu l’allora leader supremo iraniano ayatollah Khomeini a pronunciare la fatwa il 14 febbraio 1986 condannando a morte lo scrittore anglo indiano costretto, da quel momento, ad adottare tutta una serie di misure di sicurezza che, tuttavia, ieri non hanno funzionato.
All’epoca l’Iran offrì anche una ricompensa di 3 milioni per chi avesse assassinato Salman Rushdie.
La fatwa provocò violente manifestazioni di protesta in diversi Paesi musulmani con copie del libro ‘blasfemo’ bruciate in pubblico e librerie devastate.
Rushdie, che allora viveva a Londra, fu messo sotto la protezione dei servizi di sicurezza britannici.
Ma l’isteria collettiva musulmana fece la prima vittima della fatwa: il traduttore giapponese di Rushdie, Igarashi Hitoshi, fu assassinato nel 1991. E vari altri traduttori furono aggrediti, fra cui l’italiano Ettore Capriolo.
Nel 2000 Salman Rushdie si è trasferito negli Stati Uniti, dove vive tutt’ora e ha acquisito la cittadinanza americana.
La fatwa è stata poi rinnovata nel 2005 dall’attuale leader spirituale iraniano, Ayatollah Ali Khamenei.