Santoro: «Provo smarrimento, votare per me sarà come giocare al vecchio Totocalcio»
«Abbandonati alla periferia della politica, così da non poter interferire con il potere. Umiliati nell’esercizio del nostro diritto fondamentale, espropriati della possibilità di scegliere i nostri rappresentanti, indicati dai partiti senza tenere in alcun conto i territori. Mi sento come se avessi subito un furto in casa». Lo dice Michele Santoro in un’intervista a La Stampa. E sottolinea che si avvicina a queste elezioni con «un profondo smarrimento, mai provato in via mia».
Santoro: «Sarà come giocare col vecchio Totocalcio»
Quindi non andrà a votare? «Ci andrò, eserciterò il mio diritto come forma di opposizione, ma questo senso di frustrazione resterà intatto, perché sarà un po’ come giocare al vecchio Totocalcio. Ognuno farà i conti con la propria coscienza e deciderà se astenersi o far prevalere ancora una volta la maledizione del voto utile. Il problema, però, va affrontato: ormai metà della popolazione non partecipa alla vita politica, come se non si aspettasse più niente. Un vuoto pericolosissimo, che amplia le diseguaglianze».
Santoro su Conte: «La sua strategia non sarà sufficiente per il futuro»
Gli chiedono: lei voleva provare a creare un nuovo soggetto politico, l’obiettivo è solo rimandato? «Credo che in Italia – risponde – si avverta forte l’esigenza di un partito che non c’è, che sappia rappresentare le persone partendo dalle loro condizioni di vita. Non voglio fondare nulla, ma provare a rispondere a questa domanda e verificare la possibilità di aggregare chi si sente come me». Con Giuseppe Conte non siete riusciti a trovare un percorso comune: «Avrei voluto un confronto, lui ha preferito tentare una sorta di ritorno alle origini del Movimento, senza aprirsi all’esterno, pur di costruire un partito intorno alla sua leadership. Farà i conti con il risultato elettorale: la sua strategia non sarà sufficiente per il futuro. Io, comunque, sono disponibile a interloquire con tutti».
Letta? «Ha rotto con M5S…»
E su Letta: «Credo che nemmeno lui tra un mese passerà sotto l’Arco di trionfo, non si è capito cosa avesse in mente: ha buttato a mare la possibilità di un’alleanza repubblicana e antifascista, rompendo con i 5 stelle, poi non ha dato vita a un progetto politico coerente. È una delle poche cose su cui sono d’accordo con Calenda. E non riesco a capire cosa separi Calenda e Renzi da Letta, se non le diatribe di potere».