Stromboli, dopo il nubifragio è emergenza fango. “Stiamo come nelle sabbie mobili” (video)
“Mai vista una cosa del genere in tanti anni”. Federica Spada, napoletana, è una habitué di Stromboli. “Vengo qui da 15 anni e mai avrei pensato di assistere a una simile tragedia. Ci sono case devastate, fango e detriti ovunque. La strada che porta alla mia abitazione è impercorribile. Impossibile accedere, bisogna guadare un tratto pieno di acqua e melma. Sembra di stare nelle sabbie mobili, si sprofonda nel fango”, dice all’Adnkronos dopo il nubifragio che nella notte tra giovedì e ieri ha seminato devastazione nella piccola isola delle Eolie. “Quando mi sono svegliata ho visto tutto quello che era sul pavimento galleggiare, l’acqua aveva raggiunto il materasso mentre dalle finestre entrava terra e fango. E’ stato terribile”.
Nell’isola le strade coperte da un metro di fanghiglia
Stromboli è in ginocchio. La montagna, priva di vegetazione, dopo l’incendio del 25 maggio scorso, e la pioggia caduta per diverse ore sull’isola – così come sul resto dell’arcipelago – ha fatto cadere nel centro abitato acqua e fango che hanno allagato abitazioni, negozi e reso intransitabili le stradelle, coperte da almeno un metro di fanghiglia. Anche grossi massi si sono staccati dallo Stromboli cadendo a valle.
Gli incendi di maggio hanno eliminato gli alberi che non fanno più da filtro
Passata la paura si fa la conta dei danni. “Oggi stiamo cercando di spalare il fango, ma senza l’aiuto della Protezione civile è impossibile. La strada è piena di massi che ostruiscono le vie di fuga. Nella parte più bassa della casa abbiamo ancora 20 centimetri di acqua e fango”.
Gioacchino Letizia è arrabbiato. “Dicono che la priorità è liberare le strade dal fango – dice -, ma qui nella zona di Spiaggia Lunga, la più colpita dalla violenza del nubifragio, ci sono ancora persone anziane intrappolate nelle loro abitazioni. C’è un muro di circa due metri di detriti venuti giù dalla montagna e che bisogna portare via. Quindici, venti case inagibili. Bisogna fare presto”.
“Tre giorni fa è venuta giù tanta sabbia mista a sassi dalla strada che conduce all’Osservatorio”. Dopo l’incendio che a maggio, durante le riprese di una fiction, ha devastato l’intera montagna, mandando in fumo vegetazione e macchia mediterranea, a ogni pioggia lo sguardo è rivolto all’insù. “Ogni temporale è avvertito come una minaccia”. E la minaccia appunto si è concretizzata.
Stromboli: storia di un disastro annunciato
Alessia Borriello ha perso tutto. La sua casa a Scari è completamente sommersa dal fango. “Un masso precipitato dalla montagna ha fatto da tappo – racconta all’Adnkronos -, impedendo il deflusso dell’acqua. Fango e detriti sono finiti nel terrazzo sul retro della casa, due stanze sono completamente inaccessibili perché il fango ha raggiunto il tetto. Nel resto della casa c’è solo devastazione”. La furia dell’acqua ha spazzato via tutto. “Parte dei miei mobili sono stati trovati in spiaggia. E’ stata una fortuna che la casa fosse vuota, altrimenti avremmo pianto anche vittime innocenti”. La sera precedente il nubifragio, infatti, la cognata di Alessia era andata via. “Quella è stata l’unica notte in cui la mia casa è rimasta disabitata. Un miracolo perché la violenza dell’acqua non avrebbe lasciato scampo. Non avrebbero avuto il tempo di uscire”. Già stamani a dare una mano sono arrivati i volontari della Protezione civile. “In tanti si stanno dando da fare. L’aiuto è arrivato subito e per questo ringrazio tutti”.
Lello D’Angelo è sconfortato. Il negozio di generi alimentari della figlia e del genero in via Roma a Stromboli ha subito danni ingenti. “Molta merce è andata perduta. Siamo ancora senza corrente e non sappiamo se i frigoriferi ritorneranno a funzionare”. Il fango nei locali del suo negozio ha raggiunto il mezzo metro di altezza. “Mia figlia e mio genero stanno ancora spalando – dice -. Non è venuto nessuno ad aiutarci e i detriti portati fuori dal negozio stanno ancora sulla strada. Nessuno li ha tolti”. Quando alle 6 del mattino la figlia del signor D’Angelo è arrivata al negozio la porta d’ingresso non c’era più. “La furia dell’acqua e del fango l’aveva divelta, persino il muro di cinta di un giardino di fronte il negozio è stato spazzato via”. Nel negozio la figlia e il genero continuano a pulire nel tentativo di salvare il salvabile. “E’ l’unica nostra attività…”, dice con un filo di voce.