Taiwan, la Cina avverte: se necessario non rinunceremo all’uso della forza
La Cina avverte che su Taiwan , l’isola di fatto indipendente ma che il gigante asiatico considera “parte inalienabile” del suo territorio, non rinuncerà all’uso della forza, se necessario, pur essendo pronta ad una riunificazione pacifica.
“Siamo pronti a creare un ampio spazio per la riunificazione pacifica, ma non lasceremo posto ad attività separatiste in nessuna forma“, ribadisce la Cina riguardo la questione di Taiwan.
L’Ufficio per gli Affari di Taiwan del Consiglio di Stato e l’Ufficio informazioni del governo di Pechino hanno diffuso un ‘libro bianco‘ – l’ultimo documento del genere risaliva al 2000 – intitolato, riporta l’agenzia Xinhua, “La questione di Taiwan e la riunificazione della Cina nella nuova era”.
Nel libro bianco si afferma che la Cina “non rinuncerà all’uso della forza” e che si riserva di “adottare tutte le misure necessarie”.
Secondo la versione in inglese del documento, il primo dall’arrivo al potere di Xi Jinping, Pechino – che ribadisce di “non tollerare interferenze” sulla questione di Taiwan, un’isola con 23 milioni di abitanti – “lavorerà con la massima sincerità e farà di tutto per una riunificazione pacifica”.
“Ma non rinunceremo all’uso della forza e ci riserviamo l’opzione di adottare tutte le misure necessarie. Questo – è scritto nel documento – per difenderci dalle interferenze esterne e da tutte le attività separatiste”.
“L’uso della forza sarebbe l’ultima risorsa – assicura Pechino nel libro bianco. – Saremo costretti a misure drastiche solo per rispondere alle provocazioni dei separatisti o di forze esterne se dovessero superare le nostre linee rosse. Saremo sempre pronti a rispondere con l’uso della forza o altri mezzi necessari a interferenze di forze straniere o ad azioni estreme da parte di separatisti“.
Per la Cina l’obiettivo “ultimo è garantire la prospettiva di una riunificazione pacifica della Cina e portare avanti questo processo”, aggiunge il documento diffuso dopo la visita di inizio mese a Taiwan di Nancy Pelosi che ha suscitato le ire di Pechino, impegnata in maxi manovre militari intorno all’isola – terminate oggi – e che insiste sul principio di “una sola Cina” e sul modello “un Paese, due sistemi” come “soluzione più inclusiva”.
Annunciando la fine delle maxi manovre militari intorno a Taiwan, Pechino ha, però, aggiunto che, di fatto, non si fermerà. E “organizzerà regolarmente pattugliamenti” nell’area insistendo sulla “prontezza operativa”.
Taiwan andra’ alla Cina come lo ha fatto Hong Kong, nonostante le minacce dell’ Inghilterra. Quando i cinesi hanno paventato a Londra l’intenzione di far entrare da terra l’esercito d’occupazione di 100.000 uomini ed oltre, hanno perso la loro baldanza britannica e si sono ritirati nel 1997. La sproporzione tra Cina e USA e’ immensa, 1,5 milioni persone contro 360 milioni ed entrambe potenze nucleari. La guerra non conviene, sarebbe la terza guerra mondiale, o la quarta?
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