Torino, tra poliziotti aggrediti e centri sociali il Pd non ha dubbi: la melina per salvare l’Askatasuna
La richiesta di sgomberare il centro sociale Askatasuna di Torino, avanzata da FdI con una mozione e sostenuta dai sindacati di polizia, ha smascherato, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, tutta l’ipocrisia del Pd sul tema antagonisti. Benché, infatti, i dem avessero espresso solidarietà alle forze dell’ordine, vittime sabato di un’ennesima aggressione, hanno fatto comunque di tutto per evitare di arrivare al punto sulla questione dello sgombero, compreso togliere la parola ai rappresentanti sindacali della polizia.
Lo schiaffo del Pd ai sindacati di polizia
La mozione di FdI per lo sgombero dell’Askatasuna, occupato da 26 anni, è approdata stamattina in commissione congiunta Patrimonio e Legalità, dopo che era stata presentata a marzo. Alla seduta erano presenti i rappresentanti dei sindacati di polizia, che però la presidente Anna Maria Borasio del Pd ha ammesso a intervenire solo come “cittadini” e non nella veste di sindacalisti. Uno schiaffo, aggravato dal fatto che, come denunciato dal Sap, di fronte alla «nostra richiesta all’amministrazione comunale di assumere una posizione netta, a favore o contro lo sgombero di Askatasuna, il presidente di Commissione ha interrotto la seduta di fatto togliendoci la parola». «Se è questo il diritto di opinione che il Comune intende dare ai propri cittadini, siamo delusi ed amareggiati», ha aggiunto il Sap, che ha sostenuto la richiesta di sgombero, appoggiata da tutto il centrodestra, insieme alle altre sigle sindacali della polizia Siulp, Siap e Fsp.
La melina dem per non prendere posizione sull’Askatasuna
Un atteggiamento irrispettoso aggravato e non certo mitigato dalla solidarietà espressa a parole alla polizia per i 14 agenti feriti sabato in Val di Susa, nel corso dell’ennesima guerriglia no Tav. Alla prova dei fatti, infatti, i consiglieri del Pd hanno scelto di tutelare gli antagonisti, evitando di prendere posizione e sostenendo che la situazione è complicata e che si deve valutare nel complesso delle diverse realtà occupate. Un modo come un altro per prendere tempo e fare un po’ di “ammuina”, con il pieno appoggio della giunta. «Sgomberare uno stabile senza un progetto che ne preveda il successivo riutilizzo rischia di essere uno sgombero fine a se stesso», ha detto il vicesindaco Michela Favaro, mentre per l’assessore alla Sicurezza, Gianna Pentenero, «lavoriamo tutti per la legalità e il rispetto ma l’equilibrio non si crea solo con forme repressive pesanti. È necessaria un’azione corale e complessiva».