Torna l’esproprio proletario. Bonelli e Fratoianni contro i jet privati: «Basta voli»

29 Ago 2022 17:11 - di Francesca De Ambra
Bonelli

Nel mirino, correva l’anno 2006, finirono i panfili, oggi l’aereo. Cambia il bersaglio, ma non il vizio della sinistra di voler tassare, vietare o addirittura espropriare. Ieri in nome della giustizia sociale, oggi della tutela dell’ambiente. «I jet privati inquinano troppo, bisognerebbe sospenderne l’uso», ha annunciato con sommo sprezzo del ridicolo Angelo Bonelli, co-leader degli ecologisti italiani ed alleato di Nicola Fratoianni nella coalizione rosso-verde che corre in tandem con il Pd. Un delirio poraccista (un tempo si sarebbe detto pauperista), che trova una sponda nel dibattito che Oltralpe impegna in analoga disputa il governo Macron.

Il precedente di Rifondazione comunista

Francia a parte, siamo alle solite. Sedici anni fa fu Rifondazione comunista a dichiarare guerra alle imbarcazioni di lusso con lo slogan “Anche i ricchi piangano” urlato a mo’ di anatema sotto l’immagine di un panfilo abbagliante ancorato nel mare azzurro. Furono accontentati l’anno dopo con il fallimento della banca americana Lehman Brothers, con annessa crisi dei subprime e chi più ne ha, più ne metta. Morale: a piangere furono tutti, non solo i ricchi quantunque solo pochi tra questi dovettero davvero rinunciare a cabinati, yacht e offshore. Una vera goduria per la sinistra che, come diceva quel tale, «ama talmente i poveri da volerne raddoppiare il numero».

Il Pd smentisca Bonelli

Apposta ora chiede il bis inquadrando nel mirino i jet privati che Bonelli & Fratoianni vorrebbero espropriare nel nome del “blu dipinto di blu” dei nostri cieli. Anche qui, però, peccato che dietro quegli aerei ci siano operai, collaudatori, meccanici, ingegneri e tecnici. Che si ritroverebbero tutti con una mano avanti e l’altra indietro se l’oggetto del loro lavoro dovesse sparire all’improvviso, fosse anche per una momentanea (ma nulla in Italia è più definitivo del provvisorio) sospensione dei voli. Non sarebbe perciò male se una parola chiara la pronunciasse pure Letta, nella sua qualità di senior partner dell’alleanza con Bonelli & Fratoianni. Se non altro per fugare il sospetto che non è questo il caso in cui chi tace, acconsente.

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