Tra Serbia e Kosovo lampi di guerra con l’ombra di Putin. Belgrado: “A un passo dal conflitto”
Alta tensione tra Serbia e Kosovo, con ragioni antiche e nuovi pretesti. “La notte scorsa siamo stati ad un passo di un serio conflitto”. E’ quanto afferma il direttore dell’ufficio del governo serbo per le relazioni con il Kosovo, Petar Petkovic, che accusa il governo di Pristina di aver fomentato “una crisi molto grave” e di agire contro “i serbi che difendono le loro case, il loro diritto a sopravvivere e rimanere in Kosovo e Metohija”, usando il nome usato dalla Serbia.
Ieri le autorità del Kosovo avevano chiuso questa sera due valichi di confine con la Serbia per i blocchi stradali messi in atto da dimostranti kosovari di etnia serba per protestare contro nuove leggi approvate dal governo sul divieto di usare documenti di identità e targhe automobilistiche serbe, in vigore da domani, scadenza poi rimandata a settembre dopo una mediazione tra le parti. La disputa ha riacceso le tensioni tra Pristina e Belgrado, che non riconosce l’indipendenza del Kosovo, che accusa Putin di fomentare i serbi per mettere le mani anche sui Balcani.
Serbia e Kosovo ai ferri corti
Oggi in una conferenza stampa, Petkovic ha accusato il primo ministro kosovaro, Albin Kurti, di dire “falsità” quando sostiene che la Serbia vuole destabilizzare la regione. “Queste sono bugie: quale sarebbe il nostro interesse a fare questo? Non vogliamo nessun problema in Kosovo e Metohija”, ha aggiunto.
Riguardo alla questione che ha fatto scoppiare le tensioni – la misura con cui Pristina vuole vietare l’uso di carte di identità e targhe serbe sul suo territorio, la cui entrata in vigore ora è slittata a settembre – Petkovic ha annunciato che Belgrado continuerà ad emettere carte di identità e targhe per i serbi del Kosovo affermando che facendo questo “non viola nessun accordo” e “rispetta la Costituzione e le leggi”.
Il governo del Kosovo ha comunque rinviato di un mese, al primo settembre, l’entrata in vigore delle nuove norme che vietano l’utilizzo di documenti di identità e di targhe serbe. Il governo kosovaro ha avuto consultazioni con l’Unione europea e gli Stati Uniti.
L’invito della Ue al dialogo
L’Ue ha invitato le autorità serbe e quelle kosovare a Bruxelles per confrontarsi e risolvere i contrasti nati per le decisioni sulle targhe degli autoveicoli. Lo ha detto il portavoce della Commissione Europea per gli Affari Esteri, Peter Stano, senza dare una tempistica precisa. “Le parti coinvolte devono rimanere calme – ha affermato Stano – il solo modo per risolvere queste questioni è il dialogo e il negoziato. L’Ue resta in contatto con la Serbia e con il Kosovo. Dopo che il Kosovo ha accettato di rinviare le misure su richiesta di Josep Borrell e degli Usa, l’Ue ha invitato entrambe le parti a venire a Bruxelles per discutere queste questioni. Tutte le questioni tra Serbia e Kosovo devono essere affrontate all’interno del dialogo facilitato dall’Ue”, ha concluso.