Travaglio sbertuccia Renzi e Calenda: “Candidate chi vi definiva ‘Pinocchio’…”
Tra i fustigatori della premiata ditta Renzi-Calenda, altrimenti detto Terzo polo, la palma del più corrosivo va Marco Travaglio. Già il nome che si son dati – “Polo delle serietà e del buonsenso” – basta al direttore del Fatto Quotidiano per sbertucciarli. Si fa un risata per il palese ossimoro contenuto nella definizione. come noi tutti, del resto. Non è che uno voglia loro male, sono proprio un ossimoro vivente. Parlano i fatti, dall’ultimo in ordine di tempo. Calenda giovedì si è atteggiato “uomo della Provvidenza” quando ha visto schizzare il prezzo del gas e ha proposto agli altri leader di sospendere la campagna elettorale. I toni apocalittici usati dal leader di Azione fanno cozzano col fatto che dovrebbe ben sapere che “il rincaro del gas non è fenomeno improvviso e inatteso (se n’erano accorti tutti da mesi, tranne Draghi e le sue agende ambulanti); e come se qualche giorno di silenzio dei politici – peraltro auspicabile – potesse abbatterne il prezzo”.
Travaglio irride Renzi e Calenda: “e lo chiamate Polo della serietà…”
Ma è sulle candidature il Polo della Serietà rivela di essere definizione grottesca. Travaglio passa al setaccio alcuni casi limite sui quali Calenda fa Ponzio Pilato, declina ogni responsabilità. Imbarazzante il caso di Stefania Modestino D’Angelo, “capolista a Caserta, che dava giustamente del ‘pinocchio’ a Renzi e del ‘cameriere’ a Macron; mentre fra il ‘traditore’ Zelensky e Putin sceglieva senza indugi il secondo. Calenda non fa un plissé: “Non abbiamo controllato i social. La signora resta in lista, ma dovrà limitare le attività: non si occuperà di politica estera”. Vi pare una cosa seria e di buonsenso?
Travaglio: le candidature imbarazzanti di Calenda e Renzi
Non è l’unico caso, spuntano “altri candidati di Calenda all’insaputa di Calenda- scrive Travaglio nel suo articolo di fondo-. Tipo Angiolo Di Lena, l’ex leghista che definiva il Covid “grande truffa” e il distanziamento “fascismo””. E’ candidato centrista in Puglia per Calenda. Che dice di averlo “appreso dai giornali”. Anche qui il metodo usato Modestino D’Angelo: “basterà che non si occupi di Covid e di sanità in genere”. Metodi da commedia dell’arte: “l’ex FI Giuseppe Castiglione, imputato per corruzione e quindi capolista calendiano a Catania, non dovrà occuparsi di legalità, ma solo di illegalità”, ironizza il direttore. C’è poi Gianni Pittella, che non ricandidato dal Pd è passato con Calenda. “Ha due condanne della Corte dei Conti per uso illecito di rimborsi pubblici e un processo in appello per falso e abuso sulle nomine sanitarie: non dovrà occuparsi di rimborsi né di nomine…”
“Di questo passo anche Calenda non si occuperà di politica…”
Dulcis in fundo, si fa per dire, Pasquale Del Prete, di cui si è occupato abbondantemente il Secolo d’Italia ieri, che in un comizio del ’20 si disse “fiero di essere camorrista”. “Candidato in Campania, non dovrà occuparsi di camorra”. In cauda venenum:” E così, per li rami, si arriverà a Calenda, che dovrà evitare di occuparsi di politica, non essendovi all’evidenza portato. Però potrà sempre tentare con l’agricoltura, o con la pastorizia, o con la catena di montaggio. Hai visto mai”. La serietà vale per tutti, del resto…