Ucraina, il Washington Post: l’Iran consegna alla Russia i droni d’attacco. Il Cremlino smentisce
La guerra in Ucraina diventa, sempre di più, la prima guerra fra droni così come la guerra del Golfo era stata la prima guerra social.
Kiev ha utilizzato fino ad ora, già dalle prime settimane del conflitto, droni da combattimento di fabbricazione turca per colpire mezzi di trasporto e l’artiglieria russi.
E ora la Russia, secondo il Washington Post, ha deciso di affiancare ai suoi armamenti lo stesso genere di supporto tattico e ha ricevuto il primo carico di decine di droni da combattimento di fabbricazione iraniana destinati proprio alla guerra in Ucraina.
Ma il Cremlino smentisce: “Il Washington Post, purtroppo, ha pubblicato molte informazioni false ultimamente”, ha dichiarato nel corso di un punto stampa il portavoce, Dmitry Peskov, sottolineando che per quanto riguarda le relazioni con l’Iran, “si sono sviluppate in precedenza, si stanno sviluppando ora e continueranno a svilupparsi”.
Aerei cargo russi, hanno rivelato al Washington Post funzionari statunitensi che evidenziano i sempre più stretti rapporti tra Mosca e Teheran. sono partiti dall’Iran il 19 agosto trasportando almeno due tipi di aerei senza pilota, entrambi in grado di trasportare proiettili per attacchi a radar, artiglieria e altri obiettivi militari, secondo le informazioni raccolte dagli Stati Uniti e da altre agenzie di spionaggio.
Sebbene le armi potrebbero fornire una spinta significativa allo sforzo bellico della Russia contro l’Ucraina, il trasferimento è stato segnato da alcuni problemi tecnici, come hanno segnalato funzionari della sicurezza degli Stati Uniti e di un governo alleato.
Nei primi test condotti dai russi, infatti, i droni iraniani hanno avuto diversi problemi.
“Ci sono alcuni bug nel sistema”, ha detto un funzionario della sicurezza alleato il cui governo ha monitorato da vicino il trasferimento, sottolineando che “i russi non sono soddisfatti”.
Si ritiene che la consegna iniziale dei droni della serie Mohajer-6 e Shahed 129 a Mosca sia solo la prima fase di un’operazione che prevede il trasferimento alla Russia di centinaia di aerei senza pilota iraniani di vario tipo, come hanno sostenuto funzionari dell’Amministrazione Biden.
Prodotti in materiale composito dalla Qods Aviation Industry Company conosciuta anche come Ghods, una società aerospaziale statale iraniana fondata nel 1985 e specializzata in Uav, i Mohajer-6 sono spinti da un’epoca a tre pale, hanno un’apertura alare di 10 metri e sono lunghi poco meno di 6 metri: possono trasportare fino a 4 missili a guida QaemTV/IR o due missili Almas.
Venduto finora oltreché in Iran, anche all’Iraq, al Venezuela e all’Etiopia, il Mohajer-6 ha un peso massimo al decollo di 600 kg, un carico utile di 100 kg e un’autonomia operativa di 200 km con una velocità massima di 200 km/h, e può volare fino a 18000 piedi.
Gli Shahed 129, invece, sono equipaggiati con 8 missili Sadid a guida laser, anch’essi prodotti in Iran, con testata a frammentazione ed hanno un raggio operativo fino a 1.700 chilometri.
L’arrivo dei droni iraniani potrebbe aiutare a colmare una lacuna cruciale nella campagna militare russa in Ucraina.
La Russia, che ha da 1.500 a 2.000 droni per la sorveglianza militare, ha relativamente pochi droni d’attacco in grado di colpire con precisione obiettivi in profondità in territorio nemico.