“Aiuto, non ho più notizie di mia madre”, gli appelli disperati nella notte dell’alluvione
“Non ho più notizie di mia madre, non riesco a sentirla, so che la sua macchina è stata portata a 300 metri dall’acqua ma non so se è nella macchina o no” è una delle tante disperate richieste di soccorso che arrivano nella notte al numero unico di emergenza 112, in questo caso da Pianello di Ostra, in provincia di Ancona, una delle zone colpite dall’alluvione che ha devastato le Marche.
Nell’audio, in possesso dell’Adnkronos, l’operatrice del 112, fa alcune domande all’uomo al telefono e poi trasferisce la chiamata ai carabinieri.
La bomba d’acqua – imprevista ed estrema, dicono i meteorologi – che ha scaricato 430 millimetri in poche ore, cioè quanto piove, normalmente in un anno in tutta la Regione Marche, ha fatto, fino a questo momento nove vittime, ”due delle quali sono in corso di identificazione e potrebbero essere ricomprese nel numero dei dispersi che sono allo stato quattro, dei quali due di minore età”, fa sapere la prefettura di Ancona aggiungendo che, fin “dalle ore 22.30 di ieri sera è stato convocato, in raccordo con il presidente della Regione Francesco Acquaroli e in sinergia con la sala regionale di Protezione civile, il centro coordinamento soccorso” per far fronte all’alluvione.
I piano terra delle abitazioni sono devastati, le attività commerciali in ginocchio. Molti negozi hanno già fatto sapere che non riapriranno. Dopo le chiusure forzate per la pandemia, poi le superbollette energetiche causate dalla speculazione, questa terza botta dell’alluvione nelle Marche è davvero troppo.
Il problema è che “ci si aspetta, nei prossimi giorni, un ulteriore peggioramento del tempo e bisogna farsi trovare pronti”, mette in guardia il capo del Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio parlando a margine dopo il vertice nella sede della Protezione civile regionale ad Ancona per fare il punto sull’alluvione che ha colpito le Marche.
“I nubifragi ci sono sempre stati, ma adesso il riscaldamento globale li amplifica, diventano cioè più frequenti e più intensi – spiega all’Adnkronos il meteorologo e climatologo Luca Mercalli commentando la bomba d’acqua che ha colpito le Marche. – Aspettiamoci quindi altri eventi simili in futuro, perché il riscaldamento globale li renderà sempre più probabili. In nove ore 400 mm d’acqua sono una quantità inaudita, soprattutto per una zona d’Italia dove non c’era una particolare frequenza di questi fenomeni. La quantità di pioggia caduta metterebbe in crisi qualsiasi territorio”.
“Quanto accaduto – spiega – si poteva prevedere solo come tutti i temporali. Si può prevedere una situazione favorevole ai temporali ma non si può dire il dove o esattamente l’intensità. Una grande perturbazione invernale è, invece, più facile da prevedere perché è omogenea su un grande territorio e ha una durata di ore prevedibile. Il temporale, invece, ha una struttura molto localizzata, a macchia di leopardo e quindi ci si limita a dire che ci saranno le condizioni perché possa avvenire ma né se si verificheranno di sicuro né la loro intensità. Quando arriva una situazione simile si può fare quindi una previsione con il radar meteorologico dell’ordine di mezz’ora, ma ormai è troppo tardi. Dobbiamo creare una cultura di autoprotezione dal rischio idrogeologico che in Italia ancora non c’è”.
I 380 vigili del fuoco che sono sul posto stanno lavorando assiduamente tra Ancona e Pesaro Urbino: finora hanno effettuato oltre 500 interventi in regione, più di 300 nel solo capoluogo marchigiano. Ci sono squadre giunte, in rinforzo, da Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo e Toscana.
Tra fango e alberi abbattuti, le squadre a terra, i soccorritori fluviali alluvionali e gli esperti in topografia proseguono senza sosta con le operazioni di ricerca delle persone disperse tra Barbara, Castelleone e Serra de’ Conti, mentre con escavatori e idrovore i vigili del fuoco stanno prosciugando e liberando aree e strutture invase dal fango dell’alluvione.