“Berlinguer, ti vogli(am)o bene”: così Gomez e Travaglio tirano la volata al M5S contro il Pd
«Dov’è finita la questione morale?». A chiederselo, sotto una foto che ritrae un particolarmente austero Enrico Berlinguer, è Millennium, il mensile del Fatto Quotidiano diretto da Peter Gomez. Un interrogativo tutt’altro che ozioso alla luce del ruolo di house organ dei 5Stelle che sempre più platealmente va assumendo la testata (quotidiana) diretta da Marco Travaglio. Lo scopo è fin troppo chiaro: innalzare prima e sventolare poi la “bandiera” Berlinguer per organizzare un bel salasso elettorale in danno del barcollante Pd di Enrico Letta.
Il mensile di Gomez riscopre la “questione morale”
Non è un caso che il sommario scelto da Millennium a corredo del titolo parli di «scomparsa della lotta alla mafia e alla corruzione» in attesa della pioggia di miliardi promessi del Pnrr. Per poi schierare due pezzi da novanta della magistratura prestati alla politica: Piero Grasso, che tuona contro i «condannati in politica», e il neo-candidato pentastellato Roberto Scarpinato che si presenta con un più aulico «torna in auge la borghesia mafiosa». Musica per il frastornato popolo della sinistra, che ora può riconoscersi nel neo-berlinguerismo di Gomez e Travaglio e, quindi, in ultima istanza, di Giuseppe Conte e del M5S. Ma tant’è: da tempo, ormai, il Pd ha cessato di elaborare idee e tesi per rintanarsi nel più vieto conformismo.
L’obiettivo è togliere voti a Letta
Una volta è la magistratura, un’altra è l’Europa, un’altra ancora è la globalizzazione, fatto sta che il principale partito della sinistra italiana non riesce più a partorire un’idea originale, ma solo ad appiattirsi su quelle altrui. Non stupisce, perciò, che persino l’incursione nei territori ad essa più cari (leggi Berlinguer) rischi di tramutarsi in concorrenza politica prima e in danno elettorale poi. In effetti, Gomez e (soprattutto) Travaglio giocano con i dem come il gatto col topo. E non è detto che il gioco duri poco o per il solo tempo della campagna elettorale. Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino, per Letta e il suo partito è già buio pesto.