Berlusconi: «So che Putin è stato spinto alla guerra dal Partito comunista, un grave errore»
Una decisione sbagliata, un errore strategico da condannare la cui responsabilità ricade sul Partito comunista russo. Silvio Berlusconi torna sul terreno minato della guerra russo-ucraino. Denunciando l’invasione di Mosca dello scorso febbraio. Che avrebbe dovuto avere un esito ben diverso.
Berlusconi: Putin è stato forzato dal Partito comunista
“Parlando della Russia – dice il Cavaliere – volevamo dire il nostro dispiacere per quello che è avvenuto in Ucraina. È stata una decisione sbagliata, io so che Putin è stato forzato dal suo paese, dalla sua gente. Dai suoi uomini, dal partito comunista a intervenire per difendere le repubbliche del Donbass dall’Ucraina. Ma adesso si trova ad avere dimostrato che le sue truppe non sono davvero l’armata invincibile”. Sono le parole rilanciate in un audio dal Mattino di Padova online, pronunciate ieri dall’ex premier. Che nei mesi scorsi si è detto “profondamente deluso da Putin”.
Le sanzioni hanno aumentato la povertà del suo popolo
Il leader azzurro, dopo aver affrontato i temi elettorali, a partire dal Veneto e dall’autonomia si concede una riflessione sul conflitto in Ucraina. E nota come “ci sono delle sanzioni che hanno aumentato la povertà del suo popolo. Sono andate via dalla Russia tutte le imprese occidentali, si sono creati migliaia e migliaia di disoccupati”. “L’invasione – aggiunge ancora – secondo loro doveva avere una durata di solo due settimane, arrivare a deporre il governo Zelensky e tornare indietro”.
“Se fossi stato presidente avrei parlato con Putin”
Qualche mese fa il Cavaliere aveva espresso grande preoccupazione per la guerra parlando di accelerazioni pericolose. “Ci sono 100 morti al giorno e sto male”, aveva detto sollecitato dai giornalisti. “Ho pensato – confessò – che se fossi stato presidente della Repubblica avrei potuto ripetere con Putin quello che ho fatto nel 2008. In occasione della prevista operazione in Georgia dopo l’uccisione di 27 militari russi con le loro mogli. Sono stato una settimana al telefono con Putin. L’ultima sera lo tenni al telefono 5 ore. Gli ho ricordato quanto era stato felice di aver messo fine alla guerra fredda del 2002. E gli ho detto se vai avanti divorzi dall’Unione europea, dalla Nato e dagli Usa. La mattina seguente è partito l’ordine alle truppe di ritirarsi”.