Br contro la Meloni. Il Pd si sveglia, Emiliano si pente: “Sputare sangue non era una minaccia”
“Meloni come Moro”. Da Trento a Mestre, l’odio della sinistra politica spalanca le porte alle minacce di quella che una volta si definiva sinistra extraparlamentare e che poi finì per chiamarsi terrorismo, eversione, Brigate Rosse. Quella stella a cinque punte sta tornando per fermare Giorgia Meloni e la sua ascesa verso il governo? I segnali non sono tranquillizzanti, con due episodi di minacce esplicite alla presidente di FdI in una decina di giorni. Prima la lettera al quotidiano “L’Adige” a Trento, firmata Br, poi quelle scritte sui manifesti elettorali della Meloni apparse oggi a Mestre, con l’inconfondibile marchio della stella.
Br contro Meloni: “Minacce alimentate dalle campagne d’odio”
Prima su Twitter, poi su Fb, la Meloni ha chiesto cosa ne pensasse la sinistra, in modo particolare quel Pd che solo qualche giorno fa aveva visto un suo autorevole esponente, Michele Emiliano, annunciare davanti a un sorridente Letta l’intenzione di “far sputare sangue alla destra“. Sangue, quello minacciato anche oggi dalle Br.
“A Mestre nuove minacce a firma Brigate Rosse. Quando esponenti politici e delle istituzioni utilizzano parole come ‘dovranno sputare sangue’ contro i propri avversari, poi succede che qualcuno inizia a pensare di prenderli in parola. Il 25 settembre confido negli italiani per rispondere alle loro campagne d’odio”, scrive sulla sua pagina Fb Giorgia Meloni.
Il Pd si sveglia e solidarizza, Emiliano chiama Giorgia
Oggi il Pd, evidentemente preoccupato finalmente del clima torbido di questa campagna elettorale, ha emesso una nota nella quale condanna le minacce terroristiche alla Meloni: “Le scritte indirizzate a Giorgia Meloni, con minacce che rievocano le Brigate Rosse e le loro efferate azioni, sono da rigettare in toto e da condannare con fermezza. Uno dei requisiti essenziali della democrazia consiste nel fatto che mai la violenza, verbale o fisica che sia, può diventare un elemento della politica. A nome del Partito Democratico esprimo la più ferma condanna di questo atto riprovevole“, dice Enrico Borghi, della segreteria nazionale del Pd, al quale si accoda anche Calenda del Terzo polo.
E Michele Emiliano? Non si scusa, ma almeno prova a chiarire: “La mia preoccupazione è stata quella di chiamare Giorgia Meloni per rassicurarla sulle mie intenzioni. Tra me e Meloni c’è un rapporto di amicizia e di sincera lealtà che non può essere compromesso da una frase durante un comizio che non aveva nessun significato violento. Chiunque dovesse immaginare di rapportarsi con Giorgia Meloni, ove fosse premier, in termini di minaccia o di violenza avrà a che fare con me”, ha detto a L’Aria che Tira su La7 sulla frase ‘sputeranno sangue’ pronunciata nei giorni scorsi.
Il comizio minaccioso contro la destra e la Meloni di Michele Emiliano
La mobilitazione di Fratelli d’Italia
Dopo la solidarietà alla Meloni arrivata dal senatore Fazzolari, anche Isabella Rauti ha manifestato la propria indignazione.
“Le gravissime minacce a Giorgia Meloni confermano il clima sempre più avvelenato ed ostile che questa sinistra, senza buone idee, ed una certa stampa, ormai di regime, stanno creando. Nuovamente FdI si dimostra un baluardo della libertà e del corretto confronto politico nel pieno rispetto della democrazia”.
“Il governatore del Pd, Michele Emiliano, un tempo giudice, con le sue vergognose parole (dovranno sputare sangue) è uno dei responsabili morali delle minacce di oggi della BR a Mestre a Giorgia Meloni e delle violenze che si verificassero verso Fratelli d’Italia. Noi non dimentichiamo”, dichiara invece il senatore di Fratelli d’Italia, Andrea de Bertoldi, annunciando inoltre un’interrogazione parlamentare.
L’indignazione delle vittime del terrorismo
“E’ un gesto indegno e inaccettabile che condanno fortemente. Massima solidarietà a Giorgia Meloni. Se anche fosse un’iniziativa di mitomani, il mio invito alle forze dell’ordine e alla magistratura è quello di intervenire immediatamente per consegnare alla giustizia gli autori di queste minacce”, è la posizione, espressa all’Adnkronos, da Roberto Della Rocca, presidente dell’Associazione italiana vittime del terrorismo, commentando le minacce di morte, firmate con la stella delle Br, apparse a Mestre contro la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.